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Italia: personalizzazione dei trattamenti e della prevenzione oncologica


La spesa per i farmaci antitumorali in Italia è aumentata di oltre 650 milioni di euro in un anno: era pari a 5 miliardi nel 2017, ha raggiunto i 5 miliardi e 659 milioni nel 2018.

In 5 anni ( 2013 – 2017 ) nel mondo sono stati commercializzati 54 nuovi trattamenti per il tumore, e l’Italia ha garantito ( entro il 2018 ) la disponibilità a 35 di queste molecole innovative, collocandosi al quinto posto a livello internazionale dopo Stati Uniti ( 52 ), Germania ( 43 ), Regno Unito ( 41 ), Francia ( 37 ), e davanti a Canada ( 33 ), Spagna ( 30 ) e Giappone ( 29 ).

Circa il 40% delle neoplasie può essere evitato seguendo uno stile di vita sano ( no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta ).
In Italia il 34.5% dei cittadini è sedentario, il 31.6% è in sovrappeso, il 10.9% obeso e il 25.7% fuma.
Per invertire la tendenza, serve maggiore consapevolezza anche da parte degli operatori sanitari: solo 1 fumatore su 2 ha ricevuto il consiglio di smettere di fumare, suggerimenti sull’attività fisica sono stati forniti solo al 30% dei cittadini e meno della metà delle persone in eccesso ponderale ha ottenuto dal proprio medico indicazioni per perdere peso.
Sugli stili di vita è invece possibile definire programmi di prevenzione personalizzata, in relazione all’età e alle abitudini dei singoli.
Inoltre, in alcuni tumori, oggi si stanno delineando percorsi di prevenzione su misura.

Nel 2019, in Italia, sono stimati 371mila nuovi casi di cancro.

Il 5-7% dei tumori della mammella e il 10-20% delle neoplasie dell’ovaio sono dovuti a una predisposizione ereditaria, riconducibile in particolare alle mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2. Questo significa che, in Italia, ogni anno circa 3.000 casi di tumore alla mammella e circa 1.000 tumori all’ovaio potrebbero essere evitati o individuati in fase molto precoce proprio adottando strategie mirate ed efficaci.
E' di fondamentale importanza l'effettuazione del test BRCA nei familiari sani delle pazienti in cui è stata individuata una variante dei geni BRCA1/2 e che, in caso di positività, venga loro offerto gratuitamente il programma di prevenzione, eventualmente con l’introduzione di un codice di esenzione per malattie genetiche ereditarie.

L’identificazione di una frazione di pazienti con carcinoma prostatico o pancreatico metastatico portatori di mutazione BRCA sta inoltre aprendo nuovi orizzonti anche per quanto riguarda la valutazione dei loro familiari sani: nel caso risultino portatori sani di mutazione BRCA, dovranno essere avviati a percorsi di prevenzione.

Anche per i forti fumatori si stanno delineando percorsi su misura per la prevenzione del tumore del polmone.
Sulla base dei risultati di studi internazionali vi sono i presupposti per implementare lo screening per il carcinoma polmonare ( con TAC spirale a basso dosaggio ) in popolazioni selezionate: in questo contesto, la possibilità di abbinare allo screening radiologico l’analisi di biomarcatori nell’ambito di studi clinici controllati rappresenta un’opportunità di grande interesse scientifico, che potrebbe aprire nuove prospettive nella prevenzione e nel trattamento di questa grave malattia.
Lo screening per il tumore polmonare deve però abbinarsi alla pianificazione di un programma per la cessazione dall’abitudine al fumo, perché si possa assistere a un reale abbattimento della mortalità.

La sfida futura è arrivare a una prevenzione personalizzata di ogni persona sulla base dei rischi genetici e, quindi, non-modificabili solo con gli stili di vita.

In Italia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi raggiunge il 63% nelle donne e il 54% negli uomini.
Circa 3 milioni e mezzo di persone vivono dopo la scoperta della malattia, cifra in costante crescita.
La malattia sta diventando sempre più cronica grazie a armi efficaci come l’oncoimmunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare che si aggiungono a chirurgia, chemioterapia, ormonoterapia e radioterapia.
Evidenti i risultati in alcune delle neoplasie più frequenti: la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi raggiunge il 92% nel tumore della prostata, l’87% nella mammella, il 79% nella vescica e il 65% nel colon-retto. ( Xagena Medicina )

Fonte: ESMO ( European Society for Medical Oncology ) Meeting, 2019

Xagena_Salute_2019


Per aggiornamenti sulle Malattie tumorali: OncologiaMedica.net https://www.oncologiamedica.net/



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