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Tumore al pancreas: una nuova tecnica chirurgica e medica allunga la sopravvivenza



Una nuova tecnica consente ai pazienti con tumore al pancreas una maggiore sopravvivenza.
La procedura è già in uso in Giappone, dove i pazienti con carcinoma pancreatico non-operabile che sopravvivono a 1 anno grazie alla terapia locale intra-arteriosa, sono oltre il 41%.

La tecnica consiste nell’attuazione di un trattamento loco-regionale mini-invasivo di tipo combinato chirurgico e medico.
In un primo tempo, nel corso di un intervento radio-chirurgico mini-invasivo ( accesso percutaneo di 2 millimetri ), eseguito in sala operatoria angiografica con l’ausilio di angiografia, TAC ed Eco, il chirurgo radio-oncologo, dopo identificazione radiologica, a cielo coperto, di tutte le numerose piccole arterie che giungono al pancreas e al suo tumore dagli organi vicini, procede dall’interno dei vasi alla loro chiusura con emboli metallici e colla, lasciando aperta una sola via di accesso in corrispondenza della coda del pancreas: qui viene inserito un piccolo catetere per poter procedere al secondo tempo terapeutico.
Attraverso il catetere, si procede a una lenta e prolungata somministrazione di chemioterapico.

In questo modo, tutto il pancreas, compreso il tumore e le sue diramazioni che abbracciano i vasi e i visceri addominali vicini ( duodeno, vena porta, arteria epatica e splenica ) sono lentamente e continuamente perfusi con piccole ma ininterrotte quantità di chemioterapico che gradualmente riduce la massa tumorale, fino a rendere il tumore trattabile con altre modalità ( elettroporazione e/o chirurgia tradizionale ).

La procedura consente una maggiore sopravvivenza per i pazienti con tumore pancreatico, pari a circa 30 mesi.
Ulteriori trattamenti locali, quali l’elettrochemioterapia ( elettroporazione reversibile più Bleomicina ), unitamente all’ipertermia esterna non-invasiva e a una quota di chemioterapia sistemica ( chemio-ipertermia ) potranno ulteriormente prolungare questo lasso temporale.

Il carcinoma del pancreas è un tumore con una prognosi molto severa, ed è la quarta causa di decesso tra le malattie oncologiche.
Questo tumore si caratterizza per una scarsa risposta a tutte le terapie, sia di tipo chirurgico, sia di tipo chemioterapico e radioterapico.
Inoltre, il tumore si diffonde rapidamente con metastasi nei vasi linfatici che rivestono i nervi, molto numerosi nel distretto anatomico in cui si trova il pancreas, detto retroperitoneo. Ciò spiega il motivo della comparsa di dolore vivo, penetrante e progressivamente crescente come primo sintomo di malattia.

La nuova tecnica, assieme alla procedura sperimentale di elettroporazione irreversibile del pancreas per via percutanea e sotto guida combinata TAC-ecografica, applicata dall'Istituto Oncologico di Bari già nel 2012 per la prima volta in Italia, inaugura al Giovanni Paolo II una Pancreas Unit in grado di offrire prestazioni eccellenti per tumori difficili da trattare in pazienti con carcinoma al pancreas.

La nuova procedura è stata effettuata presso l'Oncologia interventistica e medica integrata, diretta da Cosmo Damiamo Gadaleta assieme a un gruppo di oncologi afferenti al reparto di Oncologia Medica Integrata, diretta da Girolamo Ranieri. ( Xagena Medicina )

Fonte: Istituto Oncologico Giovanni Paolo II di Bari, 2017

Xagena_Salute_2017


Per approfondimenti: OncologiaOnline.net http://www.oncologiaonline.net/


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