Salute
Sempre più persone, in Italia, soffrono di malattie autoimmuni, che sono caratterizzate da un grave malfunzionamento di alcune cellule del sistema immunitario. Il compito del sistema immunitario è quello di eliminare microrganismi pericolosi per la salute, come batteri o virus; invece, nelle persone con autoimmunità è lo stesso sistema immunitario ad attaccare i tessuti sani, compromettendone la funzione.
Un importante passo in avanti per indirizzare l’immunoterapia della sclerosi multipla verso una medicina di precisione, che permetta di colpire esclusivamente le cellule del sistema immunitario diventate patogeniche, e di lasciare inalterate le cellule che invece mantengono una funzione protettiva contro i virus, come risulta dallo studio - pubblicato rivista scientifica The Journal of Allergy and Clinical Immunology.
La sclerosi multipla è una tra le più gravi malattie, perché alcune cellule T del sistema immunitario aggrediscono il sistema nervoso centrale e, in particolare, il cervello, provocando una disabilità progressiva e spesso irreversibile.
Negli ultimi anni sono state sviluppate terapie molto efficaci, che sono in grado di rallentare la progressione della malattia. Queste nuove terapie, volte a bloccare il funzionamento del sistema immunitario, sono associate a gravi effetti indesiderati, e, in particolare possono risvegliare dei virus latenti che vengono normalmente controllati dal sistema immunitario. Questi virus possono portare in rari casi all’insorgenza di una forma con decorso molto più aggressivo, che può essere anche fatale, rispetto alla sclerosi multipla stessa.
Lo studio si è proposto di identificare e caratterizzare nelle persone con sclerosi multipla non-trattate o trattate con dei nuovi farmaci immunomodulanti, le cellule T potenzialmente patogene e le cellule T che, invece, proteggono da infezioni virali.
E’ stato dimostrato che nelle persone con sclerosi multipla le cellule immunitarie autoreattive Th1/17 si espandono, attaccano il sistema nervoso centrale e promuovono le ricadute, mentre le cellule Th1 svolgono una importante funzione di sorveglianza immunitaria, proteggendo l’organismo da possibili infezioni virali.
Questi risultati hanno evidenziato, per la prima volta, un meccanismo cellulare molto importante alla base della sclerosi multipla.
La criticità più importante di alcuni dei farmaci più efficaci attualmente in uso per il trattamento della forma recidivante-remittente della sclerosi multipla è costituito dai possibili effetti collaterali che possono provocare.
Questi farmaci presentano un’ottima efficacia sotto il profilo clinico ma comportano il rischio di indurre riattivazioni virali, costringendo alla sospensione del trattamento e rendendo più complicata la strategia terapeutica.
Questo studio rappresenta, pertanto, un importante passo in avanti per indirizzare l’immunoterapia della sclerosi multipla verso una medicina di precisione, che permetta di colpire esclusivamente le cellule del sistema immunitario diventate patogeniche e di lasciare inalterate le cellule che invece mantengono una funzione protettiva contro i virus.
Questo studio è una collaborazione tra l’Ospedale Maggiore Policlinico, l’Università Statale di Milano e l’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare - INGM Romeo ed Enrica Invernizzi. ( Xagena Medicina )
Fonte: Università di Milano, 2017
Xagena_Salute_2017
Approfondimenti: Neurologia.net http://www.neurologia.net/