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Tumore al rene: la terapia della forma metastatica è migliorata grazie all'immunoterapia e ai nuovi inibitori tirosin-chinasici



L'International Kidney Cancer Coalition ( Ikcc ), rete internazionale e indipendente di associazioni di pazienti provenienti da tutto il mondo, ha indetto la prima Giornata Mondiale contro il Tumore del Rene.

In Italia, l’anno scorso ci sono state 11.400 nuove diagnosi i di tumore al rene, 338 mila in tutto il mondo.

La malattia che se presa in tempo è curabile, tuttavia, molte persone sottovalutano i principali fattori di rischio quali fumo, obesità e ipertensione.

L'AIMaC ( Associazione Italiana Malati di Cancro ) ha indetto una Campagna di sensibilizzazione riguardante la prevenzione di questa malattia.

Il 60% delle nuove diagnosi di tumore al rene sono casuali ( 6.840 persone ). La possibilità di curare la malattia ( colta nella sua fase iniziale ) è ormai superiore al 50%.
Eì pertanto di fondamentale importanza migliorare la consapevolezza sul tumore al rene.

Nuove diagnosi

Nel 2016, in Italia, sono stati registrati 11.400 nuovi casi. In tutto il mondo, ogni anno, se ne stimano circa 338mila ( 925 ogni giorno, uno ogni 90 secondi ).
Nonostante si preveda un aumento delle diagnosi del 22%, entro il 2020, ancora oggi le cause di questa malattia restano in gran parte sconosciute.

Fattori di rischio

Il fumo di sigaretta aumenta del 54% le probabilità di sviluppare la malattia fra gli uomini e del 22% fra le donne ( fonte AIOM - Associazione Italiana di Oncologia Medica ).
Un ruolo particolare è attribuito al sovrappeso, a cui va ricondotto il 25% delle diagnosi. Un dato preoccupante se si considera che il 45% degli italia di età superiore ai 18 anni è in eccesso di peso.

Terapia del tumore al rene

La chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci. L’intervento chirurgico, conservativo quando possibile, è spesso la sola arma per raggiungere la guarigione. Un tempo la nefrectomia totale, cioè l’asportazione totale del rene, era un intervento indispensabile, oggi è programmato in casi particolari. Infatti è dimostrato che la chirurgia robotica mini-invasiva permette di preservare la maggior quota di rene sano senza differenze nelle possibilità di guarigione rispetto all’asportazione totale dell’organo.

Sopravvivenza

La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 71% ( 70% uomini e 72% donne ), statisticamente più elevata della media europea ( 60.6% ) e del Nord Europa ( 55.8% ).
Circa un quarto dei pazienti, anche se operati in maniera radicale, va incontro a recidiva.
Per le persone con neoplasia in fase metastatica, i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre 2 anni. Tali terapie sono caratterizzate da un comune denominatore: svolgono una azione anti-angiogenica, hanno cioè la capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni.
Nel 2016 lo scenario terapeutico europeo si è arricchito di nuove molecole con meccanismi d’azione diversi. Da un lato l’immunoterapia e dall’altro i nuovi inibitori tirosin-chinasici fra i quali il Cabozantinib, che ha evidenziato miglioramenti clinicamente significativi in uno studio di fase 3 nei parametri di efficacia più importanti: sopravvivenza globale, progressione libera da malattia e tasso di risposta obiettiva. ( Xagena Medicina )

Fonte: AIMaC, 2017

Xagena_Salute_2017


Per approfondimenti: OncoUrologia.it http://oncourologia.it/



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