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Tumore alla mammella: cellule residue dormienti dopo terapia adiuvante e recidive dopo 15-20 anni



Un articolo sul tumore alla mammella, pubblicato sulla rivista Nature da Giuseppe Curigliano, dell’Istituto Europeo di Oncologia ( IEO ) e Università di Milano, e Fatima Cardoso del Champalimaud Clinical Center di Lisbona, affronta per la prima volta il tema del letargo e del risveglio delle cellule tumorali.

Comprendere il perché e il come alcune cellule tumorali che sopravvivono ai trattamenti antitumorali si annidano in una nicchia, dove rimangono dormienti per decenni per poi improvvisamente risvegliarsi, permetterà di evitare la ripresa di malattia, la cosiddetta metastasi tardiva, dopo i cinque anni di terapia adiuvante.

E' noto da studi precedenti che in media il 10% delle donne con tumore alla mammella ormono-responsivo, che si sono sottoposte a chirurgia quando il tumore era in fase iniziale e poi hanno seguito una terapia endocrina adiuvante per cinque anni, rimangono a rischio di metastasi per il resto della loro vita, con possibile comparsa di metastasi dopo 15, 20 anni.
E’una percentuale molto alta, che obbliga a modificare le attuali strategie di follow-up, e forse anche i trattamenti iniziali.

Diversi studi hanno valutato l’effetto del prolungamento della terapia adiuvante oltre i cinque anni. Questi studi non hanno un sufficiente periodo di follow-up per poter concludere se una terapia endocrina prolungata oltre 5 anni può ridurre il rischio di recidiva tardiva.
La soluzione a tale problema potrà trovarsi studiando la biologia delle cellule dormienti e il loro risveglio.

La conoscenza della biologia delle cellule residue dormienti dopo terapia adiuvante è molto limitata.
Il loro stato dormiente è da pensare come stato multidimensionale. Una dimensione è il letargo cellulare: fattori interni ed esterni alla cellula, cioè epigenetici e genetici, la portano a una situazione di letargo.
Una seconda dimensione è legata alla vascolarizzazione: la mancanza di vasi nell’area tumorale causa una mancanza di ossigeno e nutrienti, che a sua volta causa l’inattività della cellula.
La terza dimensione è quella mediata dal sistema immunitario: il sistema immunitario controlla l’espansione del tumore, eliminando le cellule cancerose più vitali, e scambiando per non-cancerose le cellule dormienti.
Se qualsiasi di questi fattori dovesse cambiare, il letargo viene disturbato e le cellule tumorali dormienti si risvegliano bruscamente, iniziando lo sviluppo di malattia metastatica.

Le terapie per prevenire le metastasi tardive dovrebbero impedire il risveglio delle cellule dormienti o distruggerle mentre dormono.
E' necessaria una strategia di attacco che mira sia alle cellule tumorali che al loro microambiente.
Bisogna quindi capire gli scambi fra le cellule tumorali dormienti, le cellule che le circondano nel loro microambiente e il sistema immunitario.
Si deve anche esplorare la possibilità che le cellule dormienti subiscano uno o più processi che le portano a uno stato di inattività simile a quello delle cellule staminali. ( Xagena Medicina )

Fonte: Nature, 2018

Xagena_Salute_2018


Per approfondimenti sul Cancro alal mammella: OncoGinecologia.net https://www.oncoginecologia.net/



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