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Alirocumab riduce il rischio di mortalità nei pazienti con recente infarto miocardico o angina instabile


Nel corso del Meeting dell'American Heart Association ( AHA ) sono state presentate nuove analisi sulla mortalità dallo studio ODYSSEY OUTCOMES, condotto su 18.924 pazienti.
Alirocumab ( Praluent ), inibitore della PCSK9, è risultato essere associato a un minor numero di decessi per tutte le cause in pazienti con recente sindrome coronarica acuta ( ACS; ovvero infarto miocardico o angina instabile ) e in modo ancora più evidente nei pazienti trattati per almeno 3 anni o con livelli di colesterolo LDL ( LDL-C ) al basale di almeno 100 mg/dL.
Inoltre, ulteriori analisi hanno dimostrato un'associazione tra la riduzione degli eventi cardiovascolari non-fatali e la riduzione della mortalità non-cardiovascolare nel corso dello studio.

Nello studio, Alirocumab in aggiunta al trattamento intensivo ( o al livello di massima tollerabilità ) con statine è stato confrontato con la sola terapia con statine alla massima dose tollerata nei pazienti con pregressa sindrome coronarica acuta verificatasi nei 12 mesi precedenti.

I dati pubblicati su The New England Journal of Medicine hanno dimostrato che Alirocumab riduce in modo significativo il rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori ( MACE ) ed è associato a un minor rischio di mortalità per qualsiasi causa.
Nelle analisi pre-specificate su 8.242 pazienti seguiti per almeno 3 anni, Il trattamento con Alirocumab è stato associato a una riduzione del 22% del rischio di morte per tutte le cause ( hazard ratio, HR=0.78, IC al 95% 0.65-0.94, p = 0.01 ).

Inoltre, le analisi post-hoc hanno mostrato che i pazienti trattati con Alirocumab i cui livelli basali di colesterolo LDL erano pari o superiori a 100 mg/dl avevano un rischio inferiore del 29% di morte per tutte le cause ( HR=0.71, IC 95%, 0.56-0.90 ).

Ulteriori analisi post-hoc hanno mostrato che i pazienti trattati con Alirocumab hanno sviluppato meno eventi cardiovascolari non-fatali e hanno meno probabilità di morire in un evento non-cardiovascolare e che questi due risultati possono essere associati ( associazione tra eventi non-fatali e fatali = 2.35; IC al 95% 1.98-2.73; p inferiore a 0.0001 ).

Nelle analisi non è emerso alcun nuovo segnale di sicurezza. L'incidenza di eventi avversi è stata simile nei due gruppi, ad eccezione delle reazioni locali nel sito di iniezione ( 3.8% nel gruppo Alirocumab rispetto al 2.1% nel gruppo placebo ).

È la prima volta che la riduzione di mortalità globale viene documentata per un farmaco inibitore di PCSK9.
Questo secondo Claudio Rapezzi, direttore della Cardiologia del Policlinico Sant'Orsola, Università degli Studi di Bologna, è la conseguenza sia del fatto che il disegno dello studio prevedeva una durata media del follow-up superiore a quella degli altri studi e che ha raggiunto i 5 anni per una quota dei pazienti arruolati, sia dello specifico meccanismo di azione del farmaco.
Alirocumab è un anticorpo monoclonale che impedisce il legame tra la proteina PCSK9 e i recettori del colesterolo LDL, aumentando conseguentemente il numero dei recettori LDL espressi sulla superficie delle cellule epatiche e riducendo così il colesterolo LDL nel circolo sanguigno.
I risultati dello studio ODYSSEY OUTCOMES sono stati considerati nelle nuove-linee guida AHA/ACC 2018 per il trattamento dell'ipercolesterolemia.
Il clinico è nuovamente invitato a ragionare in termini di valori target di colesterolo LDL, e non più in termini di riduzione percentuale del valore basale e, in questo contesto, viene valorizzato l'approccio dinamico scelto dallo studio ODYSSEY OUTCOMES: se il paziente raggiunge valori di colesterolo LDL inferiori a 25 mg/dL durante il trattamento con un inibitore di PCSK9, il clinico può decidere o meno di ridurre l'intensità della terapia antidislipidemica, avendo tra l'altro a disposizione due dosaggi del farmaco. ( Xagena Medicina )

Fonte: Sanofi, 2019

Xagena_Salute_2019


Per approfondimenti sull'Ipercolesterolemia Dislipidemia.it https://dislipidemia.it/ & sulle Malattie cardiache: Cardiologia.net https://cardiologia.net/



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