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Cancro del colon e del retto: la combinazione Cetuximab più Avelumab raddoppia la sopravvivenza nei pazienti non-responder


Lo studio CAVE mCRC, una sperimentazione clinica di fase II a singolo braccio di trattamento condotta in 8 Centri, e coordinata dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha dimostrato che la combinazione di Cetuximab ( Erbitux ) più Avelumab ( Bavencio ) raddoppia la sopravvivenza nei pazienti non-responder.

Cetuximab è un anticorpo che blocca il recettore per il fattore di crescita dell'epidermide ( EGFR ) presente sulle cellule neoplastiche; Avelumab è un immunoterapico anti-PD-L1 che modula la risposta immunitaria del paziente contro le cellule tumorali.

Lo studio ha coinvolto 77 pazienti con cancro del colon-retto metastatico senza mutazioni dei geni della famiglia RAS, trattati nel periodo 2018-2020, il 30% presso l’Università Vanvitelli di Napoli.

La terapia con Cetuximab e Avelumab viene effettuata in questi pazienti con una strategia definita di rechallenge. Consiste nella ripresa del trattamento con farmaci anti-EGFR in terza linea di terapia, in pazienti che dopo una iniziale risposta a tali farmaci hanno presentato progressione di malattia, e hanno pertanto ricevuto un successivo, diverso trattamento.
In questi pazienti la malattia metastatica riprende e diventa resistente alle terapie oncologiche: la prognosi è negativa e i trattamenti di terza linea attuali sono efficaci in una porzione relativamente piccola di pazienti, con una sopravvivenza in media di circa 8 mesi.

I ricercatori hanno pertanto verificato l'impiego della combinazione di Cetuximab e Avelumab.
I dati hanno mostrato che con la terapia combinata la sopravvivenza mediana è cresciuta a 13.1 mesi, con una sopravvivenza libera da progressione di 3.6 mesi e il controllo di malattia globale nel 65% dei pazienti.

In 56 pazienti è stata effettuata anche una biopsia liquida, per analizzare se nel corso della terapia si fossero manifestate mutazioni dei geni KRAS, NRAS e BRAF che potrebbero averne influenzato l’efficacia.

Le mutazioni, che rendono il tumore non-responsivo a Cetuximab, si sono verificate soltanto in 15 casi, gli altri sono rimasti RAS wild type, ovvero senza alcuna mutazione, durante tutto il trattamento.
L’efficacia della cura è risultata ancora più significativa nei pazienti rimasti senza mutazioni: la sopravvivenza mediana è stata di 16.5 mesi, quella libera da progressione di 4.3 mesi, e si è avuto il controllo globale di malattia nel 73% dei casi.
Il 39% dei pazienti con malattia RAS wild type inoltre ha presentato una sopravvivenza libera da progressione maggiore di 6 mesi.
Il profilo di sicurezza è risultato accettabile.

L’associazione consente di applicare l’immunoterapia ai carcinomi del colon e del retto, che in genere rispondono poco all’impiego dei farmaci che influenzano la risposta immunitaria nei confronti del tumore.
Infatti, solo il 5% circa dei tumori colorettali risponde all’immunoterapia, ma in questo studio l’impiego di un immunoterapico quale Avelumab in terza linea su pazienti metastatici sembra in grado di potenziare la risposta a Cetuximab.

Se confermati da studi randomizzati di fase III, questi risultati permetterebbero di aggiungere una nuova efficace linea di terapia nella strategia globale e sequenziale di trattamento per i pazienti con tumore del colon-retto metastatico.
Nei pazienti senza mutazioni per i geni KRAS, NRAS e BRAF, Cetuximab e Avelumab potrebbero costituire una terza linea di terapia. ( Xagena Medicina )

Fonte: Università della Campania Luigi Vanvitelli, 2020

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