Salute
I risultati di una analisi ad interim dalla Coorte A dello studio di fase II KEYNOTE-427 su 110 pazienti, che ha valutato Pembrolizumab ( Keytruda ), un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, nel trattamento di prima linea del carcinoma renale a cellule chiare ( RCC ) metastatico hanno mostrato un tasso di risposta globale ( ORR ) del 38.2% nei pazienti che hanno ricevuto Pembrolizumab in monoterapia.
In una analisi esplorativa prespecificata di sottogruppo, basata sullo stato di PD-L1, la risposta globale era pari al 50% nei pazienti i cui tumori esprimevano PD-L1 ( CPS maggiore o uguale a 1 ).
All'analisi esplorativa prespecificata di sottogruppo basata sulle categorie di rischio secondo IMDC ( International Metastatic Renal Cell Carcinoma Database Consortium ), la risposta globale è stata pari al 42% nei pazienti a rischio prognostico intermedio / sfavorevole.
Questa è la prima presentazione di dati di fase II per un anti-PD-1 in monoterapia nel trattamento di prima linea del carcinoma renale a cellule chiare metastatico.
Secondo Cora N. Sternberg, Oncologia Medica dell’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, i dati di KEYNOTE-427 presentati al Congresso ASCO sono rilevanti, e rappresentano il primo dato disponibile in prima linea con un singolo agente immunoterapico.
Il tasso di risposta globale con Pembrolizumab è molto alto in tutta la popolazione esaminata, ma in particolare nei pazienti con CPS maggiore o uguale a 1.
Il profilo di tollerabilità di Pembrolizumab appare migliore rispetto alle attuali terapie.
Nel 2017 in Italia sono stati stimati 13.600 nuovi casi di tumore del rene ( 9.000 uomini e 4.600 donne ), circa l’80% è costituto dal carcinoma a cellule chiare.
Studio Keynote -427
Lo studio KEYNOTE-427 ha arruolato 275 pazienti con carcinoma a cellule renali in fase avanzata in due coorti: pazienti con carcinoma renale a cellule chiare ( Coorte A ) e pazienti con carcinoma renale non-a-cellule chiare ( Coorte B ).
I pazienti in entrambe le coorti hanno ricevuto Pembrolizumab al dosaggio di 200 mg in dose fissa per via endovenosa ogni tre settimane, fino a progressione della malattia, tossicità inaccettabile o fino a un massimo di 24 mesi nei pazienti che non mostravano progressione della malattia. ( Xagena Medicina )
Fonte: Meeting ASCO ( American Society of Clinical Oncology ), 2018
Xagena_Salute_2018
Per approfondimenti sul Tumore del rene: OncoUrologia.it https://oncourologia.it/