Salute
Nel mieloma multiplo, tumore del midollo osseo difficile da controllare caratterizzato da multiple ricadute, la triplice terapia presenta dei vantaggi.
L'aggiunta di Daratumumab ( Darzalex ), il capostipite di una nuova classe di anticorpi monoclonali, alle due diverse combinazioni di terapia attualmente in uso, ha prodotto risultati positivi in termini di sopravvivenza libera da malattia in tutte le categorie dei pazienti, elevata probabilità di risposta e tollerabilità del farmaco.
I due studi sono stati pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).
Daratumumab è in grado sia di attivare il sistema immunitario, che di attaccare direttamente le cellule tumorali provocandone la morte.
Secondo quanto emerso dallo studio CASTOR, la triplice terapia composta da Daratumumab, Bortezomib e Desametasone, a 12 mesi ha aumentato dal 27 al 62% la sopravvivenza libera da progressione di malattia, con una riduzione del 64% del rischio di progressione del mieloma o di morte.
Nello studio POLLUX, la triplice combinazione costituita da Daratumumab, Lenalidomide e Desametasone, ha aumentato la sopravvivenza libera da progressione di malattia dal 60 all’83%, con una riduzione del rischio di progressione del mieloma o di morte del 63%.
Nei due studi questi risultati sono stati riscontrati in modo costante in tutte le categorie di pazienti, indipendentemente dalle loro caratteristiche e dalle terapie ricevute in prima linea o in quelle successive.
Il mieloma, come molti altri tumori, è in grado di eludere la sorveglianza del sistema immunitario.
Riattivare il sistema immunitario vuol dire ripristinare le difese dell'organismo che il tumore ha silenziato.
Daratumumab ha come bersaglio la glicoproteina CD38, espressa sulle cellule tumorali.
Il duplice effetto sul tumore e sul sistema immunitario ha portato a sperimentare questo anticorpo monoclonale, utilizzato finora da solo e soltanto dalla terza linea di terapia in poi, in associazione con due combinazioni standard di farmaci già in uso.
L'abbinamento di Daratumumab alle associazioni di terapia standard non aggiunge tossicità significativa.
Il fatto che Daratumumab sia dotato di un meccanismo di azione che determina la morte delle cellule tumorali sia direttamente che indirettamente, modulando il sistema immunitario e indirizzandolo ad aggredire il tumore, fa anche sì che il paziente abbia probabilità maggiori di rispondere alla terapia, e in modo più rapido; e di mantenere la risposta per un periodo di tempo più lungo.
Il mieloma multiplo è caratterizzato da una incontrollata proliferazione di plasmacellule e da una eccessiva produzione di immunoglobuline.
Ogni anno i nuovi casi di mieloma multiplo sono circa 5.500 e l’età media dei pazienti è pari a circa 70 anni, con un terzo delle diagnosi dopo i 75 anni.
Circa un malato su tre riceve la diagnosi in modo casuale, dopo un normale check-up di laboratorio.
Nel 70-80% dei casi già all’esordio della malattia è documentabile una patologia scheletrica, conseguenza del tumore, mentre il 15-20% presenta una insufficienza renale causata dalla malattia.
La terapia del mieloma multiplo deve essere iniziata immediatamente; può comprendere o meno il trapianto di cellule staminali.
Durante la storia naturale del mieloma è tuttavia frequente che uno o più cloni di cellule non-responsive alla terapia utilizzata diventino predominanti, provocando la ricaduta, o la progressione, della malattia, obbligando ad iniziare una terapia diversa dalla precedente.
Disporre ad ogni successiva ricaduta di farmaci efficaci e dotati di un meccanismo d’azione diverso da quello dei precedenti è fondamentale per potere offrire ai pazienti terapie di seconda o terza linea che siano in grado di controllare la malattia a medio e a lungo termine. ( Xagena Medicina )
Fonte: Meeting ASCO ( American Society of Clinical Oncology ), 2018
Xagena_Salute_2018
Per approfondimenti sui Tumori ematologici: Ematologia.net https://www.ematologia.net/