Salute
La sindrome da rilascio di citochine ( CRS ) è uno degli effetti collaterali più problematici associati alla terapia con cellule CAR-T.
Su Critical Care Explorations, i ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma hanno descritto un caso clinico in cui la combinazione di emoadsorbimento con cartuccia Cytosorb, terapia renale sostitutiva continua e anticorpo diretto contro il recettore dell’interleuchina 6 ( anti-IL6R ), Tocilizumab (RoActemra ), rappresenti un approccio sicuro e potenzialmente efficace per gestire i casi gravi di sindrome da rilascio di citochine.
Nel 2019, l’Agenzia italiana del farmaco, AIFA, ha autorizzato l’immissione in commercio di terapie CAR-T nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta resistenti / refrattari e nei pazienti affetti da patologia linfomatosa dopo due linee terapeutiche.
La terapia CAR-T è tuttavia associata all’insorgenza di effetti collaterali, anche gravi, come la sindrome da rilascio di citochine, caratterizzata da un’infiammazione sistemica incontrollata.
I medici dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma hanno riportato il caso di un paziente di 14 anni, affetto da leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B in forma refrattaria.
Nell’ambito di uno studio clinico, il paziente ha ricevuto la terapia con cellule CAR-T anti-CD19 e, sette giorni dopo l’infusione del farmaco, ha sviluppato una grave sindrome da rilascio di citochine, con insufficienza respiratoria progressiva.
Il trattamento standard proposto per la sindrome da rilascio di citochine è il Tocilizumab, un anticorpo anti-IL-6R, che si è dimostrato efficace nella maggior parte dei pazienti, con una risposta clinica entro poche ore, sebbene siano stati osservati casi refrattari.
Dopo tre giorni dall’insorgenza della sindrome da rilascio di citochine il paziente è stato ammesso in Unità di terapia intensiva pediatrica a causa della sindrome da distress respiratorio acuto con necessità di ventilazione meccanica invasiva.
Per far fronte alla sindrome, i medici hanno optato per una strategia di purificazione del sangue con una colonna a cartuccia in combinazione con una terapia di sostituzione renale continua.
In 96 ore è stata osservata una drastica diminuzione dei biomarcatori infiammatori ad indicare l'efficacia di questa strategia.
Le colonne di cartucce Cytosorb presentano un'ampia superficie che assorbe molecole di peso molecolare medio, come citochine e altri mediatori infiammatori.
La strategia di purificazione del sangue in questo contesto ha importanti implicazioni terapeutiche.
Non interferisce con la terapia farmacologica di prima linea.
Cytosorb potrebbe rappresentare un'interessante risorsa terapeutica in casi di sindrome da rilascio di citochine di terzo o quarto grado al fine di smorzare la reazione iperinfiammatoria senza influire sull'efficacia della terapia CAR-T.
Riuscire a gestire la sindrome da rilascio di citochine, senza ridurre l’efficacia della terapia CAR-T, è un obiettivo prioritario.
La combinazione di emoadsorbimento con Cytosorb e Tocilizumab potrebbe avere un effetto sinergico in questo contesto.
Sono, tuttavia, necessari ulteriori studi per valutare la sicurezza e l'efficacia dell’approccio. ( Xagena Medicina )
Fonte: Ospedale Bambino Gesù di Roma, 2020
Xagena_Salute_2020
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