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TMB, biomarcatore predittivo nella scelta del trattamento immunoterapico nei pazienti con cancro



Lo studio in fase 3, CheckMate -227, valida il TMB ( tumor mutational burden ) come il biomarcatore predittivo più efficace nella scelta del trattamento immunoterapico.
E’ in grado di selezionare circa 400 geni e di fornire indicazioni sulla biologia delle neoplasie tanto da richiedere la costituzione di una nuova banca dati.
I nuovo Registro italiano delle mutazioni genetiche è coordinato dall’Istituto nazionale tumori Fondazione G. Pascale di Napoli.

Il TMB rientra nel concetto di medicina di precisione. È uno strumento che può permettere di identificare i pazienti che potrebbero rispondere all’immunoterapia.
Studi recenti hanno dimostrato che questo tipo di trattamento è più efficace nei tumori caratterizzati da un alto numero di mutazioni. Le neoplasie con un TMB elevato sono soprattutto quelle del polmone, della vescica, i gastrointestinali e il melanoma.

La validità di questo nuovo biomarcatore è stata dimostrata nello studio di fase III CheckMate -227, i cui risultati iniziali rappresentano un importante passo in avanti nel trattamento di prima linea del tumore del polmone non-a-piccole cellule.
I dati positivi di questo studio hanno stabilito il potenziale di TMB come importante biomarcatore predittivo per la selezione dei pazienti candidabili al trattamento di combinazione con due molecole immunoterapiche, Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab ( Yervoy ), nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato.

Negli ultimi anni molti studi hanno approfondito il ruolo di diversi biomarcatori, come ad esempio PD-L1, per valutarne l’espressione all’interno delle cellule tumorali o nel microambiente in cui il tumore vive. Però PD-L1 si è rivelato troppo debole per un utilizzo in maniera estesa per identificare i pazienti candidabili al trattamento immunoterapico; risente infatti delle modificazioni del microambiente tumorale e dell’eventuale presenza di molteplici fattori che ne regolano l’espressione. TMB invece si sta rivelando un biomarcatore molecolare solido, cioè analizzabile in maniera univoca, per questo è particolarmente affidabile.

Per valutare il carico mutazionale è necessario analizzare un numero elevato di geni ( da 300 a 500 ). È opportuno che questo test sia eseguito già al momento della diagnosi; in tal modo il clinico potrà disporre di una fotografia molecolare completa per ogni paziente, favorendo scegliere la migliore terapia nel singolo caso.
Per la valutazione del TMB è sufficiente un semplice prelievo di sangue. ( Xagena Medicina )

Fonte: Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli, 2018

Xagena_Salute_2018


Per approfondimenti: OncologiaMedica.net https://oncologiamedica.net/



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