Salute
Lunedì 14 Marzo 2011 - Pazienti con malattia arteriosa periferica sono ad alto rischio di eventi ischemici e sono quindi trattati con antitrombotici.
In pazienti con malattia coronarica o malattia cerebrovascolare, il sanguinamento è legato alla successiva insorgenza di eventi ischemici.
Uno studio ha valutato se questa osservazione fosse valida anche per i pazienti con malattia arteriosa periferica.
Sono stati inclusi nell’analisi tutti i pazienti dello studio olandese BOA ( Bypass and Oral Anticoagulants or Aspirin ), uno studio multicentrico e randomizzato che ha messo a confronto anticoagulanti orali e Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) dopo bypass infrainguinale.
L’esito primario era un esito composito di infarto miocardico non-fatale, ictus ischemico non-fatale, amputazione maggiore e morte cardiovascolare.
Tra il 1995 e il 1998, sono stati inclusi nell’analisi 2.650 pazienti con 101 sanguinamenti maggiori non-fatali.
Durante un follow-up medio di 14 mesi, l’esito primario si è verificato in 218 pazienti, e 22 eventi sono stati preceduti da sanguinamento maggiore.
Il tempo medio tra sanguinammento maggiore e l’evento di esito primario è stato di 4 mesi.
Il sanguinamento maggiore è risultato associato a un aumento di 3 volte del rischio di successivi eventi ischemici ( hazard ratio crudo, HR=3; hazard ratio aggiustato, HR=3 ).
In conclusione, in pazienti con malattia arteriosa periferica così come nei pazienti con coronaropatia o malattia cerebrovascolare, il sanguinamento maggiore è risultato associato in modo indipendente a complicanze ischemiche maggiori. ( Xagena Medicina )
Fonte: Circulation, 2009
Link: Angiologia.net
Link: MedicinaNews.it