Salute
L’aumento persistente dei marcatori infiammatori, come la proteina C-reattiva ( CRP ), è stato associato ad un incremento del rischio di ricorrenti eventi cardiaci dopo sindrome coronarica acuta.
Esistono evidenze contraddittorie riguardo al fatto che l’Aspirina ( Acido Acetilsalicilico; ASA ) possa ridurre i livelli della proteina CRP dopo la sindrome coronarica acuta.
Ricercatori del Mount Sinai School of Medicine di New York ( Stati Uniti ) hanno valutato se il dosaggio e l’aderenza all’Aspirina fossero associati al livello di CRP tre mesi dopo una sindrome coronarica acuta.
Hanno preso parte allo studio 105 pazienti, arruolati entro 1 settimana da una sindrome coronarica acuta.
Questi pazienti sono stati monitorati per 3 mesi allo scopo di verificare l'adesione al trattamento mediante un chip elettronico nel tappo del flacone delle compresse.
L'adesione all'Aspirina è risultata inversamente correlata al livello di proteina CRP a tre mesi ( r di Spearman: -0.36, p inferiore a 0.001 ).
Nel modello aggiustato, ogni riduzione del 10% di adesione all'Aspirina era associata a un rischio aumentato di 1.7 volte di avere un livello di CRP maggiore o uguale a 3 mg/L a 3 mesi.
Anche l'Aspirina a basso dosaggio è risultata associata a un rischio aumentato di 7.1 volte di avere un livello di CRP maggiore o uguale a 3 mg/L.
L'indice di comorbidità di Charlson, i sintomi depressivi e i livelli basali di CRP erano pure predittivi di un livello di CRP maggiore o uguale a 3 mg/L a 3 mesi.
L'associazione tra l'adesione all'Aspirina e il livello di CRP non è stato attenuato dal controllo di altri comportamenti per la riduzione del rischio.
In conclusione, è stata trovata una forte associazione tra l’aderenza all’Aspirina e il livello di CRP dopo una sindrome coronarica acuta. ( Xagena Medicina )
Fonte: Am J Cardiol, 2010
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