Salute
Ensartinib, una terapia mirata di nuova generazione, è in grado di migliorare in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) nei pazienti con cancro al polmone non-a-piccole cellule con riarrangiamento del gene ALK.
Lo studio eXalt3, che ha coinvolto 290 persone, ha evidenziato una sopravvivenza libera da progressione mediana di 25.8 mesi nei pazienti trattati con Ensartinib rispetto a 12.7 mesi con Crizotinib, lo standard di cura.
I risultati sono stati presentati nel corso del Meeting WCLC ( World Conference on Lung Cancer ) 2020, promosso dall'International Association for the Study of Lung Cancer ( IASLC ).
Fino al 2011, cioè all’arrivo degli inibitori di ALK di prima generazione, questi pazienti avevano come unica opzione la chemioterapia.
Circa la metà dei malati trattati con questi inibitori, di cui Crizotinib è il capostipite, sviluppa metastasi cerebrali. Da qui la necessità di trovare nuovi trattamenti in grado di rispondere a necessità cliniche ancora insoddisfatte.
Ensartinib, come evidenziato nello studio eXalt3, non solo raddoppia la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Crizotinib, ma garantisce anche una buona qualità di vita grazie alla migliore tollerabilità. Non sono, infatti, presenti effetti collaterali come diarrea, anemia, astenia e crampi muscolari, riscontrati invece con altri farmaci della stessa classe.
Inoltre, Ensartinib ha una maggiore capacità selettiva, perché blocca solo il gene ALK, responsabile della proliferazione del tumore, senza colpire altri bersagli molecolari.
Circa il 70% delle persone con cancro al polmone non-a-piccole cellule ALK-positivo è privo di metastasi cerebrali.
Dallo studio è anche emerso che Ensartinib garantisce un’alta protezione contro le nuove metastasi cerebrali.
In questi pazienti la sopravvivenza libera da progressione non è ancora stata raggiunta, e si stima che possa avvicinarsi a 40 mesi, in base alle proiezioni.
Nelle persone che già presentano metastasi cerebrali, il tasso di risposta globale è stato del 64% contro il 21% con Crizotinib.
Tutti i pazienti con metastasi cerebrali hanno mostrato una riduzione del tumore che, nel 64%, è stata superiore al 30% del diametro tumorale.
Nel 2019, in Italia, sono stati stimati 42.500 nuovi casi di cancro al polmone. Il 5-7% presenta riarrangiamento del gene ALK.
I pazienti ALK positivi di solito sono giovani, di età inferiore ai 55 anni, e non-fumatori.
Nei fumatori, servono alcuni decenni perché il cancro del polmone si sviluppi, cioè l’azione cancerogena del fumo di sigaretta determini mutazioni genetiche nelle cellule.
Invece, nei pazienti ALK-positivi, il processo tumorale non è causato dal fumo di sigaretta ed è molto rapido, per il fatto che questa mutazione genetica è altamente proliferativa.
Eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o 4 si sono verificati nell'8% dei pazienti nel gruppo Ensartinib, di cui il 9% ha interrotto il trattamento, e nel 6% dei pazienti nel gruppo Crizotinib, di cui il 7% ha interrotto il trattamento. ( Xagena Medicina )
Fonte: Istituto Europeo di Oncologia ( IEO ) di Milano, 2020
Xagena_Salute_2020