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Cancro all'ovaio: Ambrisentan, un farmaco per l'ipertensione polmonare, è efficace nell'inibire sia l'adesione agli organi intraperitoneali che la diffusione delle cellule tumorali


Nelle pazienti con tumore all'ovaio in fase avanzata, le cellule tumorali mostrano una propensione a formare metastasi in alcuni organi intraperitoneali, in particolare l’omento, inizialmente aderendo e attraversando le cellule mesoteliali e, successivamente, invadendo e colonizzando nuovi tessuti.

E' fondamentale identificare i potenziali nodi di vulnerabilità nelle interazioni tra le proteine coinvolte in questi processi, non solo per comprendere come le cellule tumorali diventano più aggressive, ma anche per scoprire possibili bersagli molecolari al fine di bloccare il processo metastatico.

Sono stati pubblicati sulla rivista Cell Reports i risultati di uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche ( Cnr-Ibpm ) di Roma.

Le cellule tumorali formano protrusioni invasive, chiamate invadopodi, attraverso cambiamenti dinamici e coordinati del proprio citoscheletro di actina, e la secrezione di enzimi che degradano la matrice extracellulare.

La ricerca ha permesso di identificare una nuova via di segnalazione che comprende diverse proteine che agiscono a staffetta: la segnalazione, guidata dal recettore A dell’endotelina, coinvolge le proteine b-arrestina1 e ILK; quest’ultima, a sua volta, attiva a cascata un’altra proteina segnale, la GTPasi Rac3, favorendo l’attivazione dell’invadopodio.

Inoltre i nuovi dati hanno chiarito per la prima volta il ruolo di queste molecole nella formazione di interazioni fra le cellule tumorali e le cellule mesoteliali per aggirare la barriera mesoteliale e sostenere l’invasione mediata dagli invadopodi.

I risultati dello studio hanno indicato nuovi potenziali terapeutici per il principio attivo farmacologico Ambrisentan, un antagonista del recettore A, già approvato per il trattamento dell’ipertensione polmonare.
Ambrisentan potrebbe essere impiegato in queste pazienti per interferire con il processo a cascata prima descritto e limitare il potenziale metastatico delle cellule tumorali.
La ricerca ha infatti dimostrato, in cellule in coltura e animali di laboratorio, che Ambrisentan è efficace nell’inibire sia l’adesione agli organi intraperitoneali che la diffusione delle cellule tumorali.

Studi clinici con i pazienti saranno necessari per confermare questi risultati della ricerca. ( Xagena Medicina )

Fonte: Istituto di biologia e patologia molecolari del Cnr, 2021

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