Salute
I risultati dello studio BATTLE hanno indicato che i pazienti con carcinoma polmonare in cui il trattamento è prescritto sulla base dei biomarcatori tumorali traggono maggiore beneficio rispetto ai pazienti trattati in maniera usuale.
Lo studio rappresenta quindi un importante passo in avanti verso la medicina personalizzata in campo oncologico.
Lo studio BATTLE, di fase II, ha coinvolto 255 pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule, sottoposti a biopsia per la ricerca di marcatori, tra cui le mutazioni KRAS e EGFR.
I pazienti sono stati assegnati ad uno di quattro farmaci: Erlotinib ( Tarceva ), Sorafenib ( Nexavar ), Vandetanib ( Zactima ) e all’associazione Erlotinib e Bexarotene ( Targretin ), senza riguardo ai propri marcatori; in un secondo ciclo i pazienti sono stati assegnati ai farmaci sulla base degli specifici biomarcatori tumorali.
Dopo 8 settimane, il 46% dei pazienti ha mostrato una non-progressione tumorale.
Tra i pazienti con mutazioni coinvolgenti il gene EGFR, a cui era stato somministrato Erlotinib, il 71% ha avuto un controllo della malattia ad 8 settimane contro il 30% di coloro che avevano seguito il trattamento tradizionale.
Tra quelli con mutazioni del gene KRAS, il 61% ha avuto una non-progressione tumorale quando è stato trattato con Sorafenib, contro il 22% dei pazienti assegnati ad Erlotinib.
Per i pazienti in grado di raggiungere il controllo della malattia ad 8 settimane, la sopravvivenza è stata mediamente di 11.3 mesi, contro i 7 mesi per coloro in cui non c’era stato controllo della malattia. ( Xagena Medicina )
Fonte: AACR, 2010
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