Salute
Sono stati pubblicati sulla rivista Cell Reports i risultati delle ricerche dell'Istituto Europeo di Oncologia ( IEO ), che hanno delineato per la prima volta il quadro molecolare completo del tumore dell'ovaio, cioè le proteine coinvolte nella malattia e le funzioni, aprendo la strada a terapie efficaci anche per i casi più complessi.
Lo studio è frutto di una collaborazione tra IEO ( Ugo Cavallaro dell’Unità di Ricerca in Oncologia Ginecologica ) e Università di Copenhagen ( Jesper Olsen ).
La comprensione delle cause del cancro a livello molecolare è ancora inadeguata per via della sua eterogeneità.
Lo studio ha rivelato per la prima volta l'intero paesaggio molecolare del carcinoma ovarico.
I ricercatori hanno scoperto la funzione oncogena della proteina CDK7, un enzima che non era mai stato associato al carcinoma ovarico e che potrebbe rappresentare un nuovo possibile bersaglio di terapia molecolare.
Rispetto agli studi precedenti, i ricercatori hanno adottato un approccio che presenta due aspetti innovativi: da una parte l’utilizzo di cellule primarie, ovvero isolate direttamente dai tessuti appena rimossi, procedimento che evita i problemi associati all’utilizzo di linee cellulari, che possono non rispecchiare i tumori delle pazienti, dall’altra il confronto tra tessuti neoplastici e tessuti normali.
Le cellule primarie sia tumorali che sane sono state analizzate attraverso tecniche di ultima generazione, basate sulla spettrometria di massa, che collettivamente prendono il nome di proteomica funzionale. Il risultato è stato il profilo proteomico e fosfoproteomico delle cellule tumorali.
Successive analisi di bioinformatica sui profili ottenuti hanno rivelato quali network biochimici, noti come vie di trasduzione del segnale, siano attivate in modo selettivo nelle cellule tumorali ma non in quelle normali.
Lo studio si è concentrato in particolare sul network controllato dalla proteina CDK7 e ha dimostrato che questa proteina regola la proliferazione delle cellule tumorali e, soprattutto, che l’inibizione dell’attività enzimatica di CDK7 blocca la proliferazione stessa.
Il percorso per verificare l’utilità clinica di questi risultati è ancora lungo e non potrà prescindere da una serie di test in modelli preclinici, volti anche a verificare l’eventuale tossicità di terapie anti-CDK7, che verosimilmente andranno associate a trattamenti già inseriti nella pratica clinica per il tumore dell’ovaio. ( Xagena Medicina )
Fonte: IEO, 2017
Xagena_Salute_2017
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