Salute
E' stato sviluppato un metodo diagnostico basato su un software in grado di misurare con elevata semplicità e accuratezza il livello di gravità dei pazienti con diabete giovanile ( diabete di tipo 1 o insulino-dipendente ) e quindi il rischio di complicanze ( retinopatia, nefropatia, ipertensione ), anche per verificare la corretta gestione della malattia ( ovvero tiene sotto controllo la glicemia nel lungo periodo, evitando rapide variazioni della concentrazione di glucosio nel sangue ).
Hanno preso parte allo studio ricercatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma in collaborazione con i ricercatori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Plos One.
Il metodo diagnostico si basa su un software che riconosce automaticamente informazioni dalle immagini microscopiche di alcune cellule del sangue del paziente ( globuli rossi ): è sufficiente, quindi, un semplice prelievo per eseguire il test.
Il suo fondamento è nel fatto che se il paziente va incontro a molti episodi di aumento di glicemia, quindi non controlla bene la malattia, la membrana dei globuli rossi ne viene danneggiata e il software è in grado di captare con elevata sensibilità questi danni.
Attualmente il controllo della progressione del diabete giovanile ( una malattia autoimmune in cui il paziente perde la capacità di produrre insulina e quindi di regolare la glicemia e deve ricorrere a iniezioni di Insulina al bisogno ) e del rischio di complicanze vascolari si ottiene con il cosiddetto esame della emoglobina glicata, che misura quante molecole di glucosio si attaccano all’emoglobina nel sangue.
Non pochi dubbi sull’attendibilità di questo esame sono emersi di recente, in quanto non è infrequente vedere la comparsa di complicanze vascolari anche in chi ha valori sempre buoni di emoglobina glicata.
Un nuovo test per comprendere come viene gestita la malattia è pertanto utile nella routine clinica.
I ricercatori dell’Università Cattolica e del Gemelli di Roma si sono accorti che la membrana del globulo rosso risulta danneggiata se la malattia è mal gestita e vi è la tendenza a elevati livelli di glicemia con frequenti episodi di iperglicemia.
In particolare cambia la composizione della membrana del globulo rosso, che risulta più fluida e il sistema messo a punto è in grado di captare questo cambiamento di fase utilizzando immagini del globulo rosso ottenute al microscopio.
Il test è semplice: dopo il prelievo vengono estratti i globuli rossi, messi su un vetrino, colorati con una molecola fluorescente e fotografati con un particolare microscopio. Queste immagini sono poi analizzate da un algoritmo.
Questo nuovo test supera quello dell’emoglobina glicata in termini di sensibilità e di accuratezza. ( Xagena Medicina )
Fonte: Università Cattolica di Roma, 2017
Xagena_Salute_2017
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