Salute
Recenti studi hanno dimostrato come l’integrazione di tecnologie innovative ad un approccio strutturato e personalizzato alla terapia, contribuisce a un migliore controllo complessivo della glicemia.
Tuttavia, malgrado tutte le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni, appena il 6.5% dei soggetti diabetici nell'Unione Europea è in grado di raggiungere gli obiettivi previsti dalla propria terapia.
Queste difficoltà sono attribuibili principalmente a una serie di fattori noti come inerzia clinica che comprende fattori relativi al paziente, al medico e al sistema assistenziale. Ne sono un esempio, la negazione della malattia, le difficoltà di tipo clinico, la depressione, la scarsa educazione alla salute, il troppo poco tempo nell’ambulatorio del medico o comunicazione di scarsa qualità.
L’inerzia clinica, infatti, contribuisce a far sì che le persone con diabete mellito vivano con un controllo subottimale della glicemia per molti anni, con conseguenze drammatiche in termini di qualità di vita, morbilità e mortalità. Ma anche l’impatto sui costi del Sistema Sanitario è rilevante a causa degli elevati costi associati al mancato controllo della malattia.
Dal momento che quando si parla di inerzia clinica sono coinvolti più fattori, le soluzioni possibili prevedono il coordinamento di più approcci, che implicano cambiamenti fondamentali nel modo in cui viene prestata l’assistenza.
Ciò comprende l’adozione di un approccio terapeutico strutturato, personalizzato, la cui efficacia è stata dimostrata dal Programma di studio PDM ProValue.
Il Programma di studio PDM-ProValue è stato condotto in Germania su oltre 900 pazienti affetti da diabete mellito seguiti da specialisti e medici generici.
I risultati di questo studio prospettico, controllato e randomizzato a cluster, sono di grande rilevanza sia per i professionisti dell’assistenza sanitaria sia per i pazienti, dal momento che sottolineano l’efficienza e l’efficacia dell’approccio di Gestione Integrata Personalizzata del Diabete ( iPDM ).
Dallo studio PDM ProValue è emerso che l’emoglobina glicata ( HbA1c, un valore di laboratorio che rispecchia la media delle glicemie degli ultimi 3 mesi ) ha subito una significativa diminuzione dello 0.5% nel gruppo iPDM durante i 12 mesi della durata dello studio ( p inferiore a 0.0001 ).
Questa riduzione dell'emoglobina glicata è paragonabile a ciò che si ottiene con la terapia medica ed è stata significativamente più pronunciata rispetto al gruppo di controllo ( 0.3%, p inferiore a 0.0001 ).
Nonostante la significativa riduzione dei valori di emoglobina glicata, l’incidenza di episodi ipoglicemici ( livello di glucosio nel sangue inferiore a 70 mg/dl ) è rimasta quasi immutata nel tempo.
La Gestione Personalizzata del Diabete è un processo sistematico incentrato sull’interazione tra medico e paziente.
La frequente visualizzazione dei risultati della terapia ottenuti mediante soluzioni digitali facilmente fruibili comporta correzioni della terapia significativamente più numerose e precoci, di tipo sia farmacologico che non-farmacologico. Ciò migliora il controllo della glicemia, ma anche i parametri legati alla qualità di vita.
Solo attraverso una forte connessione tra tutte le parti interessate e il miglioramento dell’interazione tra medico e paziente, nonché l’integrazione di soluzioni innovative in un ecosistema aperto, può riuscire a superare l’inerzia clinica e, quindi, aiutare le persona con diabete mellito a rimanere per lungo tempo nel range di valori glicemici corretti.
Ne è un esempio, il sistema Eversense XL, il primo sensore impiantabile ( sottocutaneo ) per il monitoraggio in continuo della glicemia con una durata che può arrivare fino a 180 giorni prima di doverlo sostituire. ( Xagena )
Fonte: Roche Diabetes Care, 2018
Xagena_Salute_2018
Per approfondimenti sul Diabete mellito: Diabetologia.net https://www.diabetologia.net/