Salute
Il Paracetamolo, anche noto come Acetaminofene, è efficace nel dolore acuto anche associato ai farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) e agli oppioidi; nel dolore cronico il suo utilizzo necessita di approfondimenti.
Il dolore cronico rappresenta una epidemia silenziosa che colpisce il 20% degli italiani.
Le condizioni di dolore cronico dipendono fondamentalmente da tre componenti: una componente emozionale, una nocicettiva e una neuropatica. Alla base di queste componenti ci sono molteplici meccanismi che possono rappresentare un bersaglio terapeutico.
I trattamenti per il dolore cronico dovrebbero bilanciare efficacia, sicurezza e tollerabilità.
Il Paracetamolo è tra i farmaci analgesici più utilizzati al mondo anche se il suo meccanismo d’azione non è stato completamente individuato. E’ coinvolto in una serie di meccanismi che possono portare a effetti benefici nel trattamento del dolore cronico e può essere considerato un ottimo analgesico.
Non ha una specifica selettività per le ciclossigenasi ( 1 piuttosto che per la 2 ), agisce velocemente con un tempo di dimezzamento poco superiore all’ora e non può essere paragonato chimicamente a nessuna altra molecola analgesica.
Il Paracetamolo non causa effetti collaterali di sedazione e costipazione e in molte linee guida è considerato come analgesico di prima scelta anche nei pazienti con problemi cerebrovascolari e cardiovascolari.
Studi hanno dimostrato che alcuni farmaci antinfiammatori non-steroidei sono correlati a problemi cardiaci come infarto del miocardio.
Anche l’uso continuato degli oppioidi può creare gravi problemi per la salute, oltre al rischio di overdose.
Alcuni studi hanno mostrato che si può ridurre l’esposizione all’oppioide e, quindi, anche gli effetti collaterali collegati, trattando il paziente con una dose più bassa di oppioide associata al Paracetamolo; questa associazione risulta efficace nel dolore acuto.
L’associazione con i farmaci antinfiammatori non-steroidei, valutata in 21 studi, ha mostrato efficacia e sicurezza nel dolore acuto.
Il Paracetamolo è considerato anche nelle linee guida NICE e in quelle dell’American College of Rheumatology ( ACR ) per il trattamento dell’osteoartrosi.
Riguardo al dolore cronico, i dati sono limitati e c’è pertanto bisogno di maggiori studi in merito. I dati disponibili indicano una buona efficacia nel trattamento del dolore di natura infiammatoria e nel dolore post-chirurgico.
Quando si parla di dolore, oltre al fattore umano, si deve prendere in considerazione anche l’impatto sociale ed economico. Il dolore cronico ha un costo in Italia di circa 3.2 miliardi di euro all'anno.
In Europa i costi del dolore rappresentano il 2.3% del PIL.
Il problema più ricorrente in fatto di malattie croniche è l'osteoartrosi, che coinvolge più di 4 milioni di italiani, e che costa 3.5 miliardi di euro all'anno, tra costi diretti e indiretti.
Il 70% dei problemi osteoartrosici è legato alla lombalgia. Poi ci sono la cefalea, che affligge 2 milioni di italiani, e i dolori neuropatici periferici, come nel paziente con diabete mellito.
Il Paracetamolo può rappresentare un’opportunità terapeutica se associato ad altre terapie nel trattamento del dolore. Infatti, agendo su più meccanismi a livello centrale, presenta interessanti effetti sinergici con la terapia oppioide. ( Xagena Medicina )
Fonte: Congresso Internazionale SIMPAR-ISURA, 2017
Xagena_Salute_2017
Per approfondimenti: Dolore.net http://www.dolore.net/