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Il rischio di fratture con i tiazolidinedioni interessa sia le donne sia gli uomini con diabete mellito


Ricercatori della Medco Health Solutions negli Stati Uniti si sono posti l’obiettivo di verificare se l’uso dei tiazolidinedioni fosse associato ad un aumento del rischio di fratture negli uomini e nelle donne con diabete mellito di tipo 2, e di confrontare gli effetti del Pioglitazone ( Actos ) con quelli del Rosiglitazone ( Avandia ).

L’analisi dei dati è stata effettuata su 69.047 soggetti, di età media 56 anni; per il 59% uomini e per il 48% trattati con Rosiglitazone. Il gruppo di controllo era costituito da 75.352 pazienti, di età media 56 anni; per il 51% uomini.

E’ emersa una più alta incidenza ( 39%; hazard ratio, HR, aggiustato: 1.39 ) di fratture per gli uomini e le donne esposte ai tiazolidinedioni.

I pazienti di sesso maschile trattati con un tiazolidinedione ( anche detto glitazone ) avevano una più alta probabilità di fratture rispetto ai pazienti del gruppo controllo ( HR aggiustato per il Rosiglitazone: 1.47; per il Pioglitazone: 1.43.

Gli hazard ratio per il Pioglitazone e per il Rosiglitazone sono risultati quasi simili.

L’uso dei tiazolidinedioni era associato ad un più alto rischio di fratture nelle donne sopra e sotto i 50 anni, e negli uomini sopra i 50 anni.

In conclusione, lo studio ha confermato i dati di letteratura che hanno mostrato un’associazione tra il trattamento con i glitazoni e l’aumentato rischio di fratture sia negli uomini che nelle donne, e che l’effetto del Rosiglitazone e del Pioglitazone sono simili; inoltre il rischio di frattura interessa anche le donne più giovani ( di età inferiore ai 50 anni ). ( Xagena Medicina )

Fonte: Diabetes Obes Metab, 2010

Link: Diabetologia.net

Link: MedicinaNews.it


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