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In molti casi la diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile è tardiva



La sindrome dell’intestino irritabile è un quadro gastrointestinale con molteplici sintomi, variamente associati tra loro, di intensità e frequenza diversa, con momenti di relativo benessere che si alternano a fasi di riaccensione dei disturbi.

La sindrome dell'intestino irritabile condiziona la vita di molti pazienti; in Italia sono oltre il 7% della popolazione, in prevalenza femminile.

Dolore addominale, sensazione di distensione dell’addome e meteorismo, accompagnati da stipsi e/o diarrea sono i principali segnali.

Sulle cause di questa patologia si sa ancora poco, malgrado siano state riscontrate numerose alterazioni, ognuna delle quali, però, non consente di identificare in modo univoco la malattia.
Diversi studi ipotizzano una disfunzione del sistema immunitario, altri puntano il dito sulla ipersensibilità viscerale presente in molti pazienti.
Fino a qualche decennio la sindrome veniva considerata una sorta di proiezione del cervello sul tubo digerente, mentre oggi alcuni ritengono che sia una malattia microrganica.

La diagnosi è il più delle volte tardiva perché questa sindrome è spesso sottovalutata dai pazienti e spesso dagli stessi medici.

L'intervento di contrasto a questo disturbo riguarda anzitutto la modifica del regime alimentare, al quale si affianca la tendenza a combinare più rimedi: dai prodotti naturali ai farmaci da banco, a quelli prescritti dal medico.

L'esordio della sindrome dell'intestino irritabile è di solito antecedente ai 30 anni di età e colpisce prevalentemente tra i 20 e i 40 anni.

Uno studio, pubblicato su Science Translational Medicine, condotto dalla McMaster University di Hamilton in Canada, ha cercato di verificare se il microbiota dei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile avesse la capacità di influenzare l’intestino di un donatore, in questo caso un topo ( modello murino ).
E' stata impiegata la tecnica del trapianto fecale per trasferire la flora batterica nell’intestino sano di una cavia.
Il topo ha avuto conseguenze sia a livello funzionale, quindi sviluppando la sindrome dell'intestino irritabile, sia a livello mentale con manifestazioni di ansia.
Secondo la ricercatrice Giada De Palma, è la prima volta che si dimostra che i cambiamenti nel microbiota hanno impatto sia a livello intestinale, sia comportamentale.

Riguardo alla terapia farmacologica, gli effetti di Tofacitinib sono stati valutati su un gruppo di adulti affetti da almeno 4 mesi da colite ulcerosa con diverso grado di severità.
A 598 pazienti sono stati somministrati per via orale 10 mg di Tofacitinib al giorno per 8 settimane, mentre a 541 pazienti è stato dato un placebo.
I 593 pazienti che hanno risposto alla terapia sono stati poi assegnati casualmente a 3 gruppi: a ciascuno è stato chiesto di assumere 2 volte al giorno per 52 settimane rispettivamente 5 o 10 mg di Tofacitinib, oppure un placebo.
Il farmaco si è dimostrato più efficace del placebo nel trattamento della colite ulcerosa. In particolare, nella prima fase sono stati riscontrati maggiori tassi di induzione della remissione della malattia dopo le 8 settimane, con guarigione delle mucose intestinali danneggiate e un miglioramento della qualità di vita.
La remissione della colite è stata mantenuta anche nella seconda fase della ricerca, dopo 52 settimane, tanto con l’assunzione di Tofacitinib 5 mg quanto con quella di 10 mg.
Lo studio è stato pubblicato su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).
Tofacitinib è una cosiddetta small molecule, un farmaco di sintesi ad azione inibitrice di JAK, in grado di bloccare l’azione di tutti gli enzimi della famiglia Janus chinasi, coinvolti nell’attivazione del processo infiammatorio.
Tofacitinib è il primo farmaco orale che blocca contemporaneamente numerose citochine ( molecole correlate all’infiammazione ) a differenza dei farmaci biologici a base di anticorpi monoclonali. ( Xagena Medicina )

Fonte: Science Translational Medicine & The New England Journal of Medicine, 2017

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Per approfondimenti: Gastroenterologia.net http://gastroenterologia.net/



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