Salute
Sono oltre 250mila in Italia le coppie considerate infertili e, in circa la metà dei casi, è il maschio a esserne responsabile.
Le cause maschili di infertilità sono troppo spesso trascurate: 1 coppia su 4 tra quelle che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita ( PMA ) non si sottopone al controllo di un andrologo; il 25% delle coppie, inoltre, non si rivolge ai Centri per la fertilità.
L’infertilità maschile ha subito negli ultimi anni una forte impennata e il fattore maschile è esattamente sovrapponibile a quello femminile. Ciò nonostante, mentre si moltiplicano i programmi di prevenzione per la donna e, a volte, ci si accanisce nell’individuazione e trattamento delle cause femminili, spesso si tralascia o si trascura del tutto l’altra metà della coppia.
Negli ultimi 30 anni, l’infertilità maschile è raddoppiata e oggi si stimano 2 milioni di italiani ipo-fertili e oltre 250mila coppie ritenute infertili.
Alcol, fumo, obesità, sedentarietà, alimentazione scorretta, abitudini sbagliate come l’utilizzo di indumenti intimi stretti, infezioni trascurate, ma anche la diagnosi tardiva di patologie come il varicocele, sono tutti fattori che stanno compromettendo la fertilità maschile.
Inoltre, anche l'uomo ha il suo orologio biologico, e la sua capacità riproduttiva dopo i 40 anni diminuisce con il passare del tempo e, anche se la fertilità maschile è più longeva di quella femminile, ritardare oltremodo la paternità può compromettere non poco le possibilità di avere un figlio.
L’esame seminale è uno dei primi passi da compiere, in sinergia col ginecologo che conduca analoghi test diagnostici nella partner: l’analisi degli spermatozoi è infatti in grado di dirimere da subito il 50% delle cause di infertilità di coppia e indirizzare quindi i futuri approfondimenti diagnostici e/o terapeutici per aumentare la percentuale di gravidanze spontanee e ridurre il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita complesse, dando attuazione al concetto di gradualità delle cure e determinando una cospicua riduzione dei costi assistenziali.
Inoltre, bonificare il quadro seminale tenendo conto non solo del numero, della motilità e della concentrazione degli spermatozoi, ma anche di parametri funzionali non-convenzionali, come la frammentazione del DNA, significa migliorare la capacità dello spermatozoo di fertilizzare l’ovocita e la qualità dell’embrione che nasce, e in ultima analisi incrementare le probabilità di successo della procreazione medicalmente assistita.
Trattare il partner maschile può dunque evitare procedure inutili o quantomeno consentire il ricorso a procedure assistite a più basso grado di tecnologia, migliorando fino al 50% la probabilità di successo.
La frammentazione del DNA è spesso causata da radicali ossidativi presenti nel liquido seminale, conseguenza a loro volta di infezioni croniche non curate, di contaminanti ambientali o di varicocele, ed è correlata alla infertilità in modo direttamente proporzionale.
Il trattamento con ormone follicolo-stimolante ( FSH ), ad esempio, secondo i più recenti studi migliora la qualità degli spermatozoi e ciò si traduce in un maggior tasso di successi della procreazione medicalmente assistita.
L’obiettivo è favorire la fertilità non solo per venire incontro al desiderio di genitorialità delle coppie, ma anche per i risvolti sociali della bassa natalità.
L’Italia sta vivendo da oltre 40 anni una fase di decisa denatalità e, secondo i più recenti dati ISTAT, i nuovi nati in Italia sono scesi a 470mila: 100mila nati in meno solo nell’ultimo decennio.
Ciò pone una seria ipoteca sul nostro futuro e sulla sostenibilità del welfare nei prossimi anni: per questo, la prevenzione dell’infertilità rappresenta una priorità. ( Xagena Medicina )
Fonte: Società Italiana di Andrologia, 2017
Xagena_Salute_2017
Per approfondimenti sulle Malattie sessuali maschili: Andrologia.net https://www.andrologia.net/