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Inrebic riduce il volume della milza e il carico dei sintomi nei pazienti con mielofibrosi, in caso di fallimento di Ruxolitinib, intolleranza a Ruxolitinib o naïve agli inibitori JAK


Fedratinib ( Inrebic ) è stato approvato per il trattamento della splenomegalia correlata alla malattia di base o dei sintomi nei pazienti adulti con mielofibrosi primaria, mielofibrosi post-policitemia vera o mielofibrosi post-trombocitemia essenziale, che sono naïve-agli-inibitori JAK o sono stati trattati con Ruxolitinib.

Inrebic è la prima terapia orale, somministrata in unica dose giornaliera, che riduce significativamente il volume della milza e il carico dei sintomi nei pazienti con mielofibrosi, dopo fallimento del trattamento con Ruxolitinib, intolleranza a Ruxolitinib o naïve-agli-inibitori JAK.

L’approvazione di Inrebic nell'Unione Europea si basa sui risultati degli studi JAKARTA e JAKARTA-2, che hanno incluso pazienti da 14 Paesi dell'Unione Europea.

JAKARTA ha valutato l’efficacia di dosi orali in unica somministrazione giornaliera di Fedratinib rispetto a placebo in 289 pazienti con mielofibrosi primaria o secondaria con splenomegalia a rischio intermedio-2 o alto.

JAKARTA2 ha valutato l’efficacia di dosi uniche giornaliere orali di Fedratinib in 97 pazienti con mielofibrosi primaria o secondaria con splenomegalia, a rischio intermedio o alto, trattati precedentemente con Ruxolitinib.

Nel programma di sviluppo clinico di Inrebic si sono manifestati casi gravi e fatali di encefalopatia, compresa l’encefalopatia di Wernicke, in pazienti trattati con Fedratinib.
Casi gravi sono stati riportati nell’1.3% ( 8/608 ) dei pazienti trattati negli studi clinici con Fedratinib; nello 0.16% ( 1/608 ) i casi hanno avuto esito fatale.

Studi JAKARTA e JAKARTA-2

Il Programma di sviluppo di Fedratinib ha interessato 608 pazienti che hanno ricevuto più di una dose di farmaco ( da 30 mg a 800 mg ); di questi 459 erano affetti da mielofibrosi, e 97 erano stati in precedenza trattati con Ruxolitinib.

JAKARTA è uno studio di fase 3, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, che ha valutato l’efficacia di singole dosi orali giornaliere di Fedratinib rispetto a placebo nei pazienti con mielofibrosi primaria o secondaria ( post-policitemia vera o post-trombocitemia essenziale ), a rischio intermedio-2 o alto, con splenomegalia e una conta piastrinica maggiore o uguale a 50 x 10(9)/L, non-trattati in precedenza con un inibitore JAK.
Hanno preso parte allo studio 289 pazienti, assegnati in modo casuale a ricevere Fedratinib 500 mg ( n = 97 ) o 400 mg ( n = 96 ) oppure placebo ( n = 96 ).

JAKARTA2 è uno studio di fase 2, in aperto, a braccio singolo, di Fedratinib nei pazienti con mielofibrosi precedentemente trattati con Ruxolitinib con diagnosi di mielofibrosi sintomatica a rischio intermedio-1, intermedio-2 o alto, mielofibrosi post-policitemia vera o post-trombocitemia essenziale con splenomegalia e conta piastrinica maggiore o uguale a 50 x 10(9)/L.
Lo studio ha riguardato 97 pazienti che hanno iniziato Fedratinib al dosaggio di 400 mg una volta al giorno.

L’endpoint primario di JAKARTA e JAKARTA-2 era il tasso di risposta splenica, definita come la percentuale di pazienti con una riduzione superiore o uguale al 35% rispetto al basale del volume splenico alla fine del ciclo 6, misurato con risonanza magnetica per immagini ( MRI ) o tomografia computerizzata ( CT ), con una scansione 4 settimane dopo nello studio JAKARTA.
Gli endpoint secondari degli studi includevano il tasso di risposta ai sintomi, definito come la percentuale di pazienti con una riduzione superiore o uguale al 50% del punteggio alla scala TSS ( Total Symptom Score ) valutato rispetto al basale alla fine del ciclo 6, misurato con il diario MFSAF ( Myelofibrosis Symptoms Assessment Form ) modificato, v2.0 ( sudorazioni notturne, prurito, malessere addominale, sazietà precoce, dolore sottocostale sinistro, dolore osseo o muscolare ).

La mielofibrosi è una malattia grave e rara del midollo osseo caratterizzata da alterazione della normale produzione di cellule ematiche.
Il midollo osseo è gradualmente sostituito da tessuto cicatriziale fibroso, che limita la capacità di produrre le cellule del sangue.
La malattia può causare anemia, debolezza, fatigue e ingrossamento della milza e del fegato, oltre ad altri sintomi.
La mielofibrosi è classificata come una neoplasia mieloproliferativa.

Nell’Unione Europea, ogni anno, circa una persona ogni 100.000 riceve la diagnosi di mielofibrosi. Colpisce sia uomini che donne e può interessare persone di ogni età; l'età mediana alla diagnosi è compresa tra i 60 e i 67 anni.
La sopravvivenza mediana dopo interruzione di Ruxolitinib è in genere sfavorevole e va dai 6 mesi ai 2 anni, rappresentando un importante bisogno di opzioni terapeutiche alternative. ( Xagena Medicina )

Fonte: Bristol Myers Squibb, 2021

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