Salute
Una malattia minima residua al termine della terapia di induzione della remissione può predire una recidiva della leucemia linfoblastica acuta.
È stato esaminato il significato clinico dei livelli di positività per malattia minima residua al di sotto del valore soglia usuale ( 0.01% ) in 455 bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta della linea B, ricorrendo all'amplificazione mediante PCR dei geni del recettore per l'antigene, in grado di rilevare fino ad una cellula leucemica per 100.000 cellule mononucleate normali ( 0.001% ).
Dei 455 campioni clinici studiati durante 46 giorni di terapia, 139 ( 30.5% ) avevano malattia minima residua dello 0.001% o superiore, e tra questi 63 ( 45.3% ) mostravano livelli dallo 0.001% a meno dello 0.01%, mentre 316 ( 69.5% ) avevano livelli inferiori allo 0.001% o non-rilevabili.
Misurazioni di malattia minima residua comprese tra lo 0.001% e meno dello 0.01% non sono state significativamente correlate alla presenza di sintomi, ma sono state associate ad una clearance inferiore delle cellule leucemiche al giorno 19 della terapia di induzione della remissione.
I pazienti con questi bassi livelli di malattia minima residua hanno avuto un rischio cumulativo di recidiva a 5 anni del 12.7%, rispetto al 5.0% per quelli con malattia minima residua più bassa o non-rilevabile ( p inferiore a 0.047 ).
In conclusione, bassi livelli di malattia minima residua ( da 0.001% a meno di 0.01% ) al termine della terapia di induzione della remissione possono avere un significato prognostico nella leucemia linfoblastica acuta in età pediatrica, suggerendo che i pazienti con questi risultati devono essere monitorati attentamente per gli eventi avversi. ( Xagena Medicina )
Stow P et al, Blood 2010; 115: 4657-4663
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