Salute
In occasione del congresso EULAR 2017 ( European League Against Rheumatism ), sono stati presentati i risultati dello studio di fase 2a SLE-001 che ha valutato Iberdomide ( CC-220 ), un farmaco immunomodulatore orale.
Nei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico ( LES ), comunemente noto come lupus, trattati con Iberdomide, è stata osservata una tendenza a un miglioramento più marcato rispetto al trattamento con placebo, sulla base di diverse misurazioni dell’attività della malattia attraverso i punteggi standard utilizzati negli studi clinici.
Hanno preso parte allo studio SLE-001 42 pazienti con diagnosi di lupus, formulata da almeno sei mesi e con punteggio SELENA-SLEDAI al basale maggiore o uguale a 4.
I partecipanti sono stati assegnati in maniera casuale a una delle quattro dosi incrementali di Iberdomide ( 0.3 mg a giorni alterni, 0.3 mg una volta al giorno, 0.3 mg alternati a 0.6 mg una volta al giorno e 0.6 mg una volta al giorno ) oppure a placebo per 12 settimane, seguite da 12 settimane di follow-up osservazionale o di estensione a lungo termine.
Lo studio ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica.
Gli endpoint di efficacia, incluse le variazioni dell’indice CLASI ( Cutaneous Lupus Area and Severity Activity Index ) e del punteggio SELENA-SLEDAI, erano esplorativi.
Gli eventi avversi più comuni sono stati nausea, diarrea e rash maculopapulare. Sono state segnalate reazioni avverse gravi in due pazienti trattati con la combinazione delle due dosi più elevate di Iberdomide ( polmonite in entrambi i casi ) e in due pazienti nel gruppo placebo.
Cinque pazienti nei gruppi trattati con le due dosi più elevate di Iberdomide e un paziente nel gruppo placebo hanno interrotto lo studio a causa di reazioni avverse.
Nessuno dei gruppi trattati con Iberdomide ha riferito casi di infezioni opportunistiche o altre infezioni sistemiche.
Al giorno 85, le riduzioni dell’attività della malattia a livello cutaneo misurate dall’indice CLASI erano comprese tra -4.3 e -7.8 nei gruppi di trattamento con Iberdomide, mentre nel gruppo placebo è stato osservato un aumento del punteggio CLASI di 0.4.
Nei gruppi di trattamento con Iberdomide, le riduzioni medie del punteggio CLASI hanno superato la differenza minima clinicamente importante di -4.0.
Inoltre, un numero maggiore di pazienti trattati con Iberdomide ha manifestato una riduzione di almeno 4 punti nel punteggio SELENA-SLEDAI, un indice utilizzato per valutare l’attività del lupus tra 24 diversi descrittori della malattia ( dal 22.2% al 50.0% per Iberdomide rispetto al 12.5% per placebo ).
Al giorno 85, nei gruppi di trattamento con Iberdomideè stata osservata una tendenza a un miglioramento più marcato nel numero di articolazioni dolenti e nel numero di articolazioni tumefatte rispetto al gruppo placebo.
Sempre al giorno 85, è stata osservata una tendenza al miglioramento nel punteggio della valutazione globale del medico ( Physician’s Global Assessment ) nei gruppi Iberdomide ( da -0.5 a 0.9 ) rispetto al gruppo placebo ( 0.0 ).
Il numero esiguo dei pazienti arruolati nello studio e una certa variabilità nelle caratteristiche della malattia al basale tra i gruppi di trattamento hanno limitato l’interpretabilità di una risposta alla dose.
Iberdomide è un nuovo composto immunomodulatore orale che si lega a cereblon, un componente del complesso E3 ubiquitina ligasi, modulandolo.
Iberdomide riduce i livelli dei fattori di trascrizione Ikaros e Aiolos, associati a un aumento del rischio di lupus. ( Xagena Medicina )
Fonte: Celgene, 2017
Xagena_Salute_2017
Per approfondimenti: Reumatologia.net http://www.reumatologia.net/