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Neoplasia degli organi solidi come una possibile causa di vasculite cutanea dei piccoli vasi di origine sconosciuta


Sebbene sia rara, è stata documentata la presenza di vasculite cutanea dei piccoli vasi secondaria a neoplasia degli organi solidi.

Ricercatori della Mayo Clinic di Rochester negli Stati Uniti, hanno condotto una ricerca retrospettiva per indagare la frequenza, il decorso clinico, la risposta terapeutica, e gli esiti della vasculite cutanea dei piccoli vasi associata a forme tumorali degli organi solidi.

Sono stati analizzati i dati dei pazienti visitati tra il 1996 e il 2009 con diagnosi di vasculite leucocitoclastica cutanea confermata da biopsia e malignità di organi solidi, distanziate da un periodo inferiore a 12 mesi.

Dei 17 pazienti studiati ( età media 66.5 anni ), il 59% era di sesso maschile. La vasculite cutanea dei piccoli vasi si è verificata prima della diagnosi di tumore di organi solidi nel 18% dei casi, in concomitanza nel 18% dei casi, e dopo tale diagnosi nel 65% dei casi.

La più comune neoplasia degli organi solidi riguardava il polmone ( 24% ). Altri tumori associati che si sono presentati erano neoplasie della mammella ( n=3 ), prostata ( n=2 ), colon ( n=2 ); rene ( n=2 ), tiroide ( n=1 ), vescica ( n=1 ), colecisti ( n=1 ), e peritoneo ( n=1 ).

In tutto 3 pazienti hanno presentato vasculite cutanea in associazione con la recidiva della neoplasia nonostante non avessero vasculite cutanea associata alla forma tumorale primaria.

La remissione della vasculite con il solo uso di agenti immunosoppressivi si è verificata nel 53% dei pazienti. Il 65% dei pazienti era vivo alla fine del follow-up ( durata media del follow-up, 27 mesi ).

Tra le limitazioni di questo studio va segnalato il numero relativamente piccolo di soggetti coinvolti.

In conclusione, una neoplasia degli organi solidi dovrebbe essere considerata come una possibile causa di vasculite cutanea dei piccoli vasi di origine sconosciuta. A differenza di precedenti ricerche, i pazienti analizzati in questo studio avevano più probabilità di rispondere alle terapie immunosoppressive in assenza di trattamento del tumore associato, e di essere vivi al momento dell'ultimo follow-up. ( Xagena Medicina )

Fonte: J Am Acad Dermatol, 2010

Link: DermatologiaOnline.net

Link: MedicinaNews.it


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