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Rivastigmina non riduce il delirium nei pazienti malati critici


L'inibitore della colinesterasi, Rivastigmina ( Exelon ), non ha prodotto effetti positivi, in aggiunta ad Aloperidolo ( Halcion ), nei pazienti malati critici con delirium; anzi può aver aumentato la mortalità, secondo i risultati di uno studio controllato randomizzato, interrotto in modo prematuro.

Dopo l’arruolamento di 104 pazienti su 440 pianificati, lo studio è stato interrotto a causa di un trend non-significativo verso un aumento della mortalità con Rivastigmina rispetto al placebo ( 22% versus 8%, P=0.07 ).
La Rivastigmina non ha diminuito la durata o la gravità del delirium.

A causa della mancanza di benefici e dei possibili danni non è consigliabile il trattamento del delirium con Rivastigmina per i pazienti in terapia intensiva.

Si ritiene che l’alterazione della neurotrasmissione colinergica sia coinvolta nello sviluppo del delirium; per questo motivo gli inibitori della colinesterasi sono stati utilizzati in modalità off-label per trattare questa condizione.

Lo studio ha arruolato pazienti adulti affetti da delirium di 6 Unità di Terapia Intensiva nei Paesi Bassi.
I pazienti sono stati assegnati al placebo o una dose di Rivastigmina a partire da 0.75 ml ( 1.5 mg di Rivastigmina ) due volte al giorno, fino a un massimo di 3 ml ( 6 mg di Rivastigmina ) due volte al giorno.

I pazienti di entrambi i gruppi hanno ricevuto cure tradizionali, che comprendevano Aloperidolo tre volte al giorno e terapia fisica.

Il Data Safety and Monitoring Board ha effettuato analisi ad interim a cadenza trimestrale. Dopo la quarta analisi, il Board ha fermato lo studio a causa dell’apparente aumento della mortalità tra i pazienti trattati con Rivastigmina.
Dopo 90 giorni di follow-up, la differenza numerica è rimasta, anche se non-statisticamente significativa ( 33% versus 22%, P=0.14 ).

La Rivastigmina non è risultata associata ad alcun beneficio, anzi, è stato riscontrato un trend non-significativo verso una maggiore durata del delirium nel gruppo Rivastigmina ( 5 versus 3 giorni, P= 0.06), così come la gravità del delirium è risultata significativamente maggiore ( P= 0.004 ).

La permanenza in terapia intensiva è stata maggiore per i pazienti appartenenti al gruppo Rivastigmina ( 15 giorni contro 8, P
Fonte: The Lancet, 2010

Link: Neurologia.net

Link: MedicinaNews.it


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