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Sale iodato per la prevenzione delle malattie tiroidee e dei deficit neurocognitivi connessi alla carenza nutrizionale di iodio



Oltre il 60% di tutto il sale venduto in Italia è iodato. I bambini di Liguria, Toscana, Marche, Lazio e Sicilia ne assumono a sufficienza con l’alimentazione, tanto che in tutte queste Regioni ( ad eccezione ancora delle Marche ) il gozzo in età scolare può dirsi praticamente sconfitto.
A fornire i dati sullo stato nutrizionale iodico della popolazione italiana è l’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia ( OSNAMI ), attivo presso l’ISS ( Istituto Superiore di Sanità ), nel corso del convegno Prevenzione dei disordini da carenza iodica: il programma nazionale di iodoprofilassi.

Il Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Iodoprofilassi ha presentato un position statement, promosso dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con 13 tra Società e Associazioni scientifiche, sull’utilizzo del sale iodato per tutti, adulti e bambini.

A 12 anni dalla approvazione della legge 55/2005, che di fatto ha introdotto un programma nazionale di iodoprofilassi lo stato nutrizionale iodico della popolazione italiana è sicuramente migliorato. I dati mostrano che la quota di sale iodato su tutto il sale venduto nella grande distribuzione ha raggiunto il 60%.
Tuttavia, la iodoprofilassi non è ancora a regime, visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ) raccomanda una percentuale dell’80-85% affinché un programma di iodoprofilassi abbia successo.

Coerenti con i dati di vendita del sale iodato sono i dati di ioduria in età scolare raccolti negli ultimi due anni, in collaborazione con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo.
Le indagini condotte su circa 2500 bambini, reclutati tra il 2015 ed il 2016, hanno mostrato valori di ioduria indicativi di iodosufficienza in Liguria, Toscana, Marche e Lazio, e di marginale iodosufficienza in Sicilia.
Il risultato più importante ottenuto in questi ultimi due anni è l’aver accertato che in Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia il gozzo in età scolare è stato sconfitto. In queste Regioni infatti, sono state rilevate frequenze di gozzo inferiori al 5%, valore soglia al di sopra del quale si parla di endemia gozzigena.

La condizione di iodosufficienza è il presupposto alla base della riduzione del rischio di patologie tiroidee e di deficit neurocognitivi connessi alla carenza nutrizionale di iodio.

La carenza di iodio, se pur lieve, può provocare conseguenze anche gravi soprattutto se l’esposizione a questa carenza si verifica durante la gravidanza e la prima infanzia. Questo perché lo iodio è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei i quali svolgono un ruolo centrale nello sviluppo del sistema nervoso centrale durante la vita evolutiva, e nel controllo dell’equilibrio metabolico durante la vita adulta.

La prevenzione del gozzo endemico e degli altri disordini da carenza iodica si basa sulla correzione del deficit nutrizionale di iodio, il cui fabbisogno giornaliero è di 150 microg in età adulta, 250 microg in gravidanza e durante l’allattamento, 90-120 microg nei bambini, necessario per un corretto sviluppo neurocognitivo.
La strategia raccomandata da Organizzazione Mondiale della Sanità, Iodine Global Network e UNICEF per l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica, è quella di utilizzare come veicolo il sale alimentare arricchendolo con opportune quantità di iodio. Il costante monitoraggio della qualità del sale iodato e dell’efficienza della iodoprofilassi è indicato quale garanzia di efficacia e sicurezza del programma di prevenzione.

Il sale arricchito di iodio ha lo stesso aspetto del sale per uso alimentare e non presenta odori o sapori particolari, né altera quello dei cibi a cui viene aggiunto. Ogni grammo di sale arricchito di iodio fornisce 30 microgrammi di iodio in aggiunta a quello già fornito con la dieta, una quantità che, in base alle nostre abitudini alimentari, non supera il 50% del fabbisogno giornaliero.

Tutti possono usare il sale iodato, anche soggetti affetti da patologie tiroidee. Questo perché in condizioni fisiologiche la tiroide è in grado di tollerare fino a 1mg ( 1000 microg ) di iodio al giorno senza che si verifichino effetti avversi, in quanto l’eccesso di iodio viene escreto con le urine.
Le persone con patologie tiroidee su base autoimmune possono tollerare quantità inferiori di iodio. Nonostante questa minore tolleranza, il rischio di eccesso di iodio è praticamente inesistente in quanto il consumo di sale iodato raramente aggiunge più di 300 microg di iodio alla dieta giornaliera.

L’attuazione della profilassi iodica attraverso l’uso del sale iodato non è in contrapposizione con le raccomandazioni dell’OMS di ridurre il consumo di sale ( non più di 5 g al giorno negli adulti, 2-3 g nei bambini sopra il primo anno di vita ) per la prevenzione dell’ipertensione, delle malattie cardiovascolari e di altre patologie dovute all’eccessivo consumo di sale.
Infatti, la quantità di iodio aggiunto al sale per uso alimentare ( 30 microg/g ) consente un apporto iodico adeguato anche in presenza di un consumo di sale contenuto nei limiti suggeriti da cardiologi e nutrizionisti. ( Xagena Medicina )

Fonte: ISS – Istituto Superiore di Sanità, 2017

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Per approfondimenti: Endocrinologia.net http://www.endocrinologia.net/



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