Salute
Uno studio di piccole dimensioni ha mostrato che Rituximab ( MabThera, Rituxan ) è in grado di migliorare la funzione polmonare nei pazienti con sclerodermia.
A un anno, i pazienti assegnati in modo casuale a ricevere Rituximab hanno presentato un aumento medio del 10.25% nella capacità vitale forzata ( FVC ) rispetto al basale, mentre coloro che hanno ricevuto un trattamento standard hanno avuto un peggioramento del 5.04% ( P=0.002 ).
C'è stato anche un aumento significativo del 19.46% nella capacità di diffusione del monossido di carbonio ( DLCO ) nei pazienti trattati con Rituximab, mentre i controlli hanno mostrato un deterioramento del 7.5% ( P=0.023 ).
La malattia polmonare interstiziale è una manifestazione comune della sclerodermia diffusa e rappresenta la componente della malattia che ne determina la prognosi, in quanto può essere progressiva e di solito risponde poco alla terapia.
Studi su animali e sull'uomo hanno indicato un possibile ruolo patogeno delle cellule B nella malattia.
Sono stati riportati alcuni miglioramenti clinici ed istologici nella sclerodermia e nella malattia del trapianto contro l’ospite ( che condivide alcune caratteristiche con la sclerodermia ) dopo il trattamento con l’anticorpo monoclonale Rituximab, con funzione di deplezione delle cellule B.
Questi primi risultati incoraggianti hanno portato ad intraprendere uno studio in aperto, controllato, che ha incluso 14 pazienti con malattia diffusa.
L'età media dei pazienti era di 55 anni e la durata media della malattia era di 7 anni.
Tutti i pazienti hanno continuato le loro terapie standard, che comprendevano vari agenti come Prednisone ( Deltacortene ), Bosentan ( Tracleer ), Micofenolato Mofetile ( CellCept ) e Ciclofosfamide ( Endoxan ).
I soggetti randomizzati al trattamento con Rituximab, inoltre, si sono sottoposti a 4 impulsi settimanali del farmaco ( 375 mg/m² ) al basale e dopo 6 mesi.
Entro un anno, la capacità vitale forzata media nel gruppo Rituximab è cresciuta dal 68.13% del valore normale previsto in base a età, sesso e altezza, al 75.63% ( P=0.0018 ), mentre la capacità vitale forzata nel gruppo di controllo è diminuita in misura non significativa dall’86% del normale all’81.67%.
Nel gruppo Rituximab, la capacità di diffusione del monossido di carbonio è aumentata da una media del 52.25% del normale al basale al 62% ( P=0.017 ) ad un anno, mentre nei controlli è diminuita non significativamente dal 65.33% al 60.17%.
Nessuno dei pazienti trattati con Rituximab ha manifestato un peggioramento della capacità vitale forzata o della capacità di diffusione del monossido di carbonio, mentre la funzione polmonare è peggiorata in 5 controlli.
Si è notato, tuttavia, che i pazienti nel gruppo di controllo tendevano ad avere più parametri di malattia precoce e di migliore funzionalità polmonare ( anche se non statisticamente differenti rispetto al gruppo Rituximab ) che li rendevano più propensi ad anadare incontro a un peggioramento nel corso del periodo di studio.
Le manifestazioni cutanee della malattia hanno mostrato miglioramenti nel gruppo Rituximab.
L’ispessimento della cute, misurato dal punteggio MRSS ( Modified Rodnan Skin Score ), è migliorato del 39.25% nel gruppo Rituximab e del 20.80% nel gruppo di controllo, una differenza non-statisticamente significativa.
Anche la fibrosi cutanea è migliorata in media del 38.33%, mentre è peggiorata del 5.23% nei controlli.
Un miglioramento istologico è stato osservato in 4 dei pazienti trattati con Rituximab, corrispondente ai benefici clinici. Un paziente nel gruppo di trattamento attivo ha mostrato una riduzione significativa della fibrosi sia nel derma papillare che reticolare, accompagnata da una quasi completa risoluzione delle lesioni cutanee. Il miglioramento nella fibrosi cutanea è stato più comune nei pazienti che avevano evidenza di deplezione delle cellule B a livello cutaneo.
La funzione generale, valutata mediante il questionario di valutazione della salute, è migliorata da un punteggio basale medio di 0.687 a 0.312 a un anno ( P=0.03 ), mentre non è stato osservato nessun cambiamento nei controlli.
La patogenesi della sclerodermia è poco conosciuta, ma questo studio ha indicato un possibile ruolo delle cellule B.
Inoltre, il Rituximab ha come bersaglio indiretto le cellule T, che si ritiene siano coinvolte.
Tra le potenziali limitazioni dello studio, le piccole dimensioni del campione e il fatto che la maggior parte dei pazienti con malattia di lunga data era stata trattata in passato con diversi farmaci immunosoppressori, e ha seguito terapie concomitanti durante lo studio. ( Xagena Medicina )
Fonte: Rheumatology, 2010
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