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Virus respiratorio sinciziale e dell’enterovirus D68 e A71: questi virus spesso all’origine di infezioni respiratorie come bronchioliti e polmoniti



Nel corso del Meeting ECDC ( European Centre for Disease Prevention and Control ) è stato presentato il Progetto europeo di sorveglianza del virus respiratorio sinciziale e dell’enterovirus D68 e A71. Questi virus sono spesso all’origine di infezioni respiratorie come bronchioliti e polmoniti in alcuni casi associate a gravi complicanze.
Il Progetto si propone di realizzare un monitoraggio efficace della circolazione di questi virus e di definire i futuri Centri di Riferimento Europei per la Sorveglianza del virus respiratorio sinciziale ( RSV ) e dell’enterovirus D68 e A71.

Il virus respiratorio sinciziale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ), oltre a rappresentare la prima causa di infezione delle basse vie aeree ( bronchioliti ) e una delle principali cause di ospedalizzazione nei bambini di età inferiore a 1 anno, costituisce anche la causa di mortalità nel 3% dei casi, soprattutto tra i bambini nati pretermine e quelli con patologie associate ( fibrosi cistica, malattie neuromuscolari, immunodeficienza, malattia cardiaca o respiratoria di base ) e in altri soggetti a rischio come donne in gravidanza e anziani.

Fino ad oggi, il monitoraggio continuo sull’impatto del virus respiratorio sinciziale e dell’enterovirus D68 e A71 era disponibile, sebbene in modo non-uniforme, solo in pochi Paesi europei, tra cui Olanda e Francia.
Grazie a un sistema di sorveglianza a livello europeo sarà possibile ottenere un monitoraggio efficace dello stato di salute della popolazione e dei soggetti più a rischio come i lattanti fino a 6 mesi, le donne in gravidanza e gli anziani.
Le infezioni da RSV e enterovirus hanno un impatto clinico, sociale e economico non indifferente. Per questo motivo, lo sviluppo di misure preventive e terapeutiche efficaci è di prioritaria importanza.

Le manifestazioni più comuni delle infezioni da virus respiratorio sinciziale sono rappresentate dalle bronchioliti che hanno la più alta incidenza nei mesi invernali tra novembre e marzo; è ormai nota, inoltre, la correlazione tra infezioni da RSV nella prima infanzia e successivo sviluppo di wheezing ricorrente e asma bronchiale in età adolescenziale e in età adulta.

Lo sviluppo di misure preventive efficaci è certamente una priorità e quello di un vaccino sicuro e immunogenico contro il virus respiratorio sinciziale resta una delle sfide vaccinali.
In Italia, al momento i vaccini anti-RSV sono in via di sperimentazione nelle gravide e nei bambini dei primi anni di vita e si prevede che saranno disponibili nei prossimi 5-10 anni.

La nuova frontiera della vaccinazione anti-RSV è rappresentata dallo sviluppo di vaccini vivi attenuati o di vaccini inattivati a subunità.
Secondo Susanna Esposito dell’Università di Perugia, e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid, i vaccini a base di virus vivo attenuato rappresentano un’opzione preventiva estremamente attraente, poiché permettono di ovviare alla problematica dell’instabilità connessa ai vaccini anti-RSV. Tuttavia sono necessari ulteriori studi per ottenere il giusto profilo di immunogenicità e sicurezza soprattutto nella prima infanzia e non sono raccomandati in gravidanza.
Sono in sviluppo vaccini a subunità virali per l’immunizzazione delle donne in gravidanza.

Ad oggi, l’unica strategia preventiva approvata, cioè l’immunoprofilassi passiva con Palivizumab ( Synagis ), è indicata soltanto in bambini ad elevato rischio di contrarre l’infezione. Questa categoria di pazienti, tuttavia, incide soltanto in minima parte sul totale delle infezioni e delle ospedalizzazioni da RSV. Per tale ragione, lo sviluppo di un vaccino contro il VRS rappresenta una priorità per le cure in età pediatrica.

Le opzioni terapeutiche raccomandate nei casi di bronchiolite sono ad oggi limitate. Non trovano indicazione i corticosteroidi, il ruolo dei beta2-stimolanti è dibattuto e l’effetto dell’Adrenalina è controverso.

Le linee guida internazionali suggeriscono che il trattamento primario rimanga in gran parte sintomatico con la somministrazione di liquidi e di ossigeno, se necessario, ed eventualmente con un tentativo di terapia con broncodilatatori.
Gli antibiotici non sono raccomandati per la bronchiolite a meno che non vi sia il sospetto di complicazioni come la polmonite batterica secondaria.

Riguardo le nuove terapie antivirali sono in corso diversi studi clinici nel bambino nei primi mesi di vita per valutare l’efficacia di alcune molecole con effetto antivirale con l’obiettivo di arrivare a una terapia specifica per le infezioni sostenute da RSV.

Per quel che riguarda le infezioni da enterovirus, nei mesi primaverili ed estivi delle ultime quattro stagioni sono state riscontrate epidemie di infezione respiratoria da enterovirus D68 e A71 associate a gravi manifestazioni neurologiche, quali paralisi flaccide e mieliti.

A fronte dell’assenza di misure terapeutiche e preventive efficaci, è necessario creare una rete europea che monitori la circolazione di questi agenti infettivi identificando l’impatto di eventuali ceppi neurotropi anche al di fuori della sorveglianza della paralisi flaccida.
Solamente in questo modo, infatti, sarà possibile sviluppare terapie antivirali efficaci che abbiano come bersaglio i recettori dei virus neurotropi e che evitino lo sviluppo di complicanze neurologiche permanenti. ( Xagena Medicina  )

Fonte: WAidid, 2017

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Per approfondimenti: Virologia.net http://www.virologia.net/



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